"Messina Denaro si nasconde nel suo territorio, protetto…"

“Messina Denaro si nasconde nel suo territorio, protetto da un sistema di potere”. Lo dice il Procuratore aggiunto Teresa Principato in un’intervista oggi su La Repubblica che dedica un ampio reportage alla mafia in provincia di Trapani:

“Continua a godere di fortissime protezioni. Potrebbe essere chiunque l’ultimo anello della catena che porta al latitante. E poi, c’è un intero sistema che ruota attorno a Messina Denaro, un sistema che lui stesso alimenta. Le indagini ci dicono che persino alcuni imprenditori del Nord si sono rivolti ai suoi fedelissimi per fare buoni affari nel settore delle energie alternative. Mentre continuano ad esserci politici che cercano i voti dei mafiosi. E la massoneria sembra essere il legame di tutte queste relazioni”.

Intanto tra i file presenti nel computer di un imprenditore siciliano sono stati trovati i nomi degli “onorevoli da sistemare” e i “pizzini” della corrispondenza tra  Messina Denaro, Bernardo Provenzano, i Lo Piccolo di Palermo e Svetonio (alias di Tonino Vaccarino).

Era tutto sul computer di Pietro Funaro, ex vice presidente di Ance Sicilia. Come ricorda la Stampa, Funaro è stato colpito da un procedimento di confisca da 25 milioni di euro: secondo i magistrati guadagni di attività illecite condotte con il sostegno della mafia.

A sorprendere gli inquirenti è stata l’incredibile raccolta dei “pizzini” di Matteo Messina Denaro.

Colpisce il file degli «onorevoli da sistemare», tutti deputati regionali, allegato ad una mail ricevuta da Funaro nel luglio 2014 mentre il Parlamento siciliano era impegnato su due fronti, la Finanziaria 2014 e la modifica della legge sugli appalti. Gli onorevoli dovevano essere avvicinati perché sostenessero un determinato emendamento.

Veniva indicato anche il cognome di chi aveva il compito di avvicinare gli onorevoli.