Messina, il Wwf sarà risarcito per la lottizzazione abusiva sul torrente Trapani

Torrente Trapani Messina

Era il 2006 quando il Wwf Italia si costituiva parte civile nel processo che vedeva imputati alcuni pubblici amministratori di Messina, accusati di aver concesso abusivamente una mega lottizzazione (circa 300 appartamenti) in una zona vincolata, sul torrente Trapani. Oggi, grazie alla tenacia, competenza e passione dell’avvocato Aurora Notarianni, la Corte d’Appello di Messina ha emesso una sentenza storica, decretando un risarcimento a Wwf Italia per “danno morale non patrimoniale”.

I reati degli amministratori erano stati definitivamente accertati in sede penale con la sentenza della Corte di Cassazione n. 3606/2017, che confermava le condanne inflitte nei precedenti gradi presso il Tribunale e la corte d’appello di Messina (sentenza Tribunale di Messina, Sezione I penale n. 1688/2012 del 18/07-15/10/2012 ; sentenza Corte di Appello di Messina, Sezione penale n. 533/2015 del 26/05-17/11/2015 ), per “corruzione e falso loro ascritti e funzionali al fraudolento rilascio della concessione edilizia n. 36/2006”.

Ora la Corte di appello civile di Messina, su istanza del Wwf Italia del 2017, ha riconosciuto la sussistenza di un danno non patrimoniale : “(…) che deve essere commisurato tanto alla mortificazione dell’azione di tutela ambientale posta in essere con la realizzazione di ben otto corpi di fabbrica quanto alla perdita di credibilità, derivante da un’azione di contrasto che all’epoca dei fatti era stata resa inefficace e screditata dalla illecita condotta dei convenuti, che è certamente incidente in termini di danno alla reputazione dell’Ente” .

Importante anche quanto affermato sulla legittimazione attiva del WWF Italia per reati non strettamente ambientali ma finalizzati a “violare normative dirette alla tutela dell’ambiente e del territorio” . La Corte ha rilevato rileva infatti come : “(…) in quanto associazione ambientalista, la sussistenza di tale legittimazione è ormai affermata costantemente dalla giurisprudenza di legittimità quando le associazioni ambientaliste si attivano in giudizio in relazione a fatti di degrado ambientale o in caso di reati di lottizzazione abusiva nonché per i reati connessi e presupposti”. Nel caso di specie è la stessa Corte Suprema di Cassazione ad affermare (cfr. pag. 77) che “(…) il reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio è stato commesso proprio con la finalità di violare normative dirette alla tutela dell’ambiente e del territorio, e precisamente per realizzare una lottizzazione abusiva del territorio del Comune di Messina, conducente alla edificazione di otto corpi di fabbrica per circa trecento appartamenti, in contrasto con la destinazione di zona stabilita negli strumenti di pianificazione urbanistica del territorio, così alterando il paesaggio della località interessata” .

Una grande vittoria della legalità, dei valori costituzionali di tutela dell’ambiente e , non ultimo, della tenacia, perseveranza e professionalità degli “avvocati del panda”, in questo caso dell’avvocato Aurora Notarianni.