Messina, la vicenda dell'aeroporto del Mela spiegata bene

Se ne parla da molto tempo, forse lo stesso impiegato a discutere di Ponte sullo Stretto. Pare che negli anni ’50, quando si operarono le grandi scelte per quell’area della provincia messinese, l’amletico dubbio per politici e imprenditori fosse se realizzare l’Aeroporto del Mela o la Raffineria di Milazzo come se fossero opere intercambiabili e non caso mai da considerare in modo integrato.

Nel 1995 si comincia a considerare un aeroporto nel comprensorio con studi di fattibilità commissionati e un gruppo di professionisti, lo stesso che si occupò di Malpensa, che redigono una dettagliata relazione. Si costituisce anche una società, la Sam srl, partecipata della Camera di Commercio e della ex Provincia, che ancora sta formalmente in piedi, presieduta dall’ex sindaco di Messina Salvatore Leonardi.

Dall’idea di un aeroporto interregionale, retto da fondi pubblici si è passati però negli ultimi anni al progetto di un aeroscalo internazionale attenzionato da investitori privati, dove non sembra esserci più spazio per società-carrozzoni ad hoc. Mahesh Panchavaktra, presidente dell’omonima holding indiana  di Nuova Delhi, è tornato in Sicilia dopo quattro anni per promuovere l’infrastruttura a livello istituzionale, confermando la disponibilità a coprire l’intero finanziamento.

Per il gruppo indiano, che ha sedi anche in Germania, Australia, Singapore, Canada e Hong Kong e 16 mila dipendenti, i soldi non sono un problema e sarebbero pronti più di 300 milioni di euro, 18 dei quali solo per l’impianto fotovoltaico. Sarebbe quindi ecosostenibile con la possibilità per il territorio di attingere gratuitamente all’energia prodotta in più rispetto alle necessità dell’infrastruttura. L’aeroporto privato, che sarebbe realizzato in 18 mesi e aperto a uso civile e cargo senza pagamento di tasse, farebbe da base logistica di scambio transcontinentale con i paesi d’Oriente.

“Si tratta di un’opportunità di sviluppo molto interessante per il territorio” ha detto il commissario straordinario dell’Irsap, Maria Grazia Brandara che ha incontrato Mahesh Panchavaktra . E su questa linea di consenso si trova la vice presidente della Regione Mariella Lo Bello, che si è detta interessata ad avviare un tavolo di confronto, così come molti esponenti politici che si aggiungono ai 27 Consigli comunali che si sono espressi a favore in rappresentanza di 155 mila abitanti e alle 87mila firme a sostegno, raccolte dai Comitati territoriali che si sono formati in questi anni per promuovere la realizzazione dell’infrastruttura, coordinati dall’ingegnere milazzese Carmelo Di Bartola.

Sul fronte degli ambientalisti ci sono posizioni diversificate che vanno dalla netta contrarietà di sette associazioni con capofila Italia Nostra e Legambiente, al gruppo di coloro che sarebbero favorevoli ma solo nella fantasiosa ipotesi che si smantelli prima la Raffineria. Prendono le distanze i rappresentanti dell’Adasc e del Coordinamento delle associazioni ambientali Milazzo -Valle del Mela. “Ci pronunceremo solo dopo avere visto il progetto e valutato l’impatto ambientale -dice il presidente Peppe Maimone, non si può liquidare in modo semplicistico e senza avere approfondito tutti gli aspetti, una questione così importante dal punto di vista economico e sociale”.

Il sindaco di Barcellona Roberto Materia dice di avere inserito l’aeroporto nel suo programma elettorale e quindi non può che augurarsi che l’opera si concretizzi ma “è altrettanto pacifico che la realizzazione di un’infrastruttura di tale importanza e dimensione debba passare da una preventiva verifica della sua compatibilità ed è necessario, soprattutto, che su di essa si esprima preventivamente la comunità locale mediante referendum consultivo”. Anche il sindaco di Milazzo Giovanni Formica, assente durante la seduta straordinaria di Consiglio di lunedì dedicata all’argomento, si mostra attendista.

In realtà non è stato ancora reso noto il progetto definitivo e dettagliato da dove si possa evidenziare il costo, l’ impatto ambientale, la collocazione esatta, il piano di gestione e il numero di immobili da espropriare.  Il manager indiano a capo della Panchavaktra Group, ha posticipato la diffusione dei dettagli alla prima settimana di marzo, mentre a febbraio torneranno in Sicilia i suoi tecnici per ulteriori approfondimenti. Secondo il deputato regionale Santi Formica, da tempo sono stati fatti tutti gli approfondimenti circa l’impatto dell’opera si scaglia poi contro Vito Riggio presidente dell’Enac.“Pontifica un nominato dalla politica a capo di un ente nazionale, per dirci che non si può fare adducendo motivazioni che servono solo a nascondere il suo interesse a difendere gli interessi degli altri aeroporti che vedrebbero diminuire i loro volumi di traffico merci e passeggeri.

Il presidente dell’Enac era intervenuto nei giorni scorsi per dire che in Sicilia non servono altri aeroporti, “il costo sarebbe tutto a carico di privati, ma per certe cose bisogna andare al Ministero del Trasporti, poi all’Enac e all‘Enav e via di questo passo. Dieci anni fa, abbiamo studiato la situazione e deciso di non fare niente perché il territorio non sarebbe stato in grado di supportare un aeroporto”. Tra le motivazioni di chi è contro vi è l’incompatibilità dell’area scelta, nella piana tra Milazzo e Barcellona, per la vicinanza con la Raffineria e con il centro abitato. Sarebbero molte le abitazioni che andrebbero abbattute se si realizzasse il progetto, e si tratta anche di case e ville abusive di cui qualcuno non gradirebbe la demolizione. Per il deputato Pd Giuseppe Laccoto quelle espresse da Riggio “sono motivazioni anacronistiche che si scontrano con una realtà mondiale che può contare su un aeroporto in ogni importante meta turistica.

Laccoto è convinto inoltre che “la realizzazione di un aeroporto favorirebbe il processo di mobilità e trasporti in un’area da sempre marginalizzata, ma che possiede grandi potenzialità di sviluppo economico in considerazione della presenza di aziende florovivaistiche e agroalimentari”. Nella zona, si dice anche, non ci sarebbe un numero così elevato di aziende da giustificare un aeroporto ma l’imprenditore indiano lo utilizzerebbe per le rotte mediorientali al posto di Dubai. La Panchavaktra Group si occupa di energie alternative e investimenti immobiliari ma anche di commercio di minerali e derivati del petrolio. Il deputato regionale di Area Popolare, Nino Germanà richiama al primato della politica, la sola che in alcuni casi può dire cosa sia meglio per lo sviluppo di un territorio: “Ogni aspetto possa fungere da risorsa economica e logistica non può che essere ragione di attenzione positiva. Attirare capitali esteri, è l’ennesima dimostrazione di quanto la nostra terra sia fertile per l’attuazione di progetti di respiro internazionale”.

La possibile nascita di un quinto aeroporto in Sicilia è considerata una grande opportunità anche dal deputato Vincenzo Garofalo. Da messinese e anche da vicepresidente della commissione trasporti della Camera dei deputati, non posso che dichiararmi favorevole ad una iniziativa finanziata da capitali privati e auspico un rapido approfondimento in tutte le sedi perchè si passi nel più breve tempo dalle parole ai fatti”. Sulla questione non ha preso ancora una posizione il sindaco metropolitano Renato Accorinti. I rappresentanti del Coordinamento dei Comitati territoriali auspicano che al più presto sia approvato lo Statuto della Città Metropolitana e che si attivi il Forum, organismo consultivo, a parere talvolta vincolante, che possa servire da strumento di confronto e pressione anche sulla realizzazione dell’ aeroporto del Mela. Altro nodo da sciogliere per i Comitati è l’adozione del Piano regionale dei Trasporti, alla cui bozza di revisione sono state formalizzate osservazioni e critiche.

Di Bartola spera che, nella versione definitiva, il Piano abbia colto, per la Città metropolitana di Messina, l’esigenza di un sistema integrato di comunicazioni con porti, svincoli autostradali, ferrovia ma anche l’ aeroscalo del Mela.