Modica: situazione finanziaria al collasso, troppi ritardi e nessuna prospettiva

La situazione finanziaria del comune di Modica è oramai al collasso ed è difficile venirne a capo.

Di questo ne è convinto il consigliere comunale di sinistra italiana Vito D’antona che per l’ente comunale  delinea un quadro a dir poco allarmante.

I dipendenti comunali, nonostante un accordo firmato, non hanno ancora percepito lo stipendio di giugno e non è stata comunicata alcuna data, i lavoratori delle cooperative sociali sono stati costretti ad astenersi dal lavoro per avere qualche mensilità su quindici arretrate, i dipendenti della Spm registrano un ritardo di circa quattro mesi, i sindacati degli operatori ecologici denunciano un altro accordo firmato e non rispettato, i fornitori del Comune aspettano mesi per essere pagati e alcuni ricorrono ai decreti ingiuntivi, con ulteriore aggravio di spese per il Comune.

Di fronte a questo scenario – secondo D’antona-  il problema è che il Sindaco e la sua Amministrazione si muovono ostinatamente verso una direzione opposta rispetto all’esigenza di risanamento, necessario in questo momento.

A partire dallo smantellamento dell’ufficio finanziario e il ricorso a consulenti esterni, con aggravio sul bilancio comunale.

La mancata approvazione dei bilanci, per esempio, blocca a Roma i trasferimenti dello Stato, che oggi costituirebbero ossigeno per le casse del Comune.

In merito alla riscossione delle entrate, altra linfa vitale per il Comune, moltissime bollette per il pagamento dell’acqua si stanno inviando ai cittadini senza il costo del consumo ma soltanto con il canone fisso, gravando sul cittadino l’onere della lettura del contatore e la comunicazione all’ufficio (cosa che non accade in nessun altro comune), adempimenti che ritardano inevitabilmente la riscossione del dovuto.

Un comportamento esattamente contrario di chi vuole speditamente procedere ad incassare per pagare i propri debiti.

Sembra più probabile – afferma D’antona- che la crisi finanziaria abbia superato il punto di non ritorno e non escludiamo che i prossimi mesi saranno costellati da impegni ed accordi impossibile da rispettare. .

Scriveva la Corte dei Conti già il 7 giugno 2016 (Delibera n. 175) a proposito della attuazione del Piano di Riequilibrio: “In altri termini è come se ci si trovasse al punto di partenza, con un ritardo di tre anni rispetto alla traiettoria di risanamento originariamente prevista nel Piano”.

Sono i tre anni segnati dall’attività dell’Amministrazione Abbate; sono stati sprecati un Piano di Riequilibrio del debito comunale e una dote finanziaria di 64 milioni di euro.