Montante: “C’è un disegno criminoso da parte di chi vuole disincentivare le denunce contro il racket”

PALERMO
«C’è gente che ad arte mesta nel torbido mandando segnali negativi a chi vuole denunciare. Sembra quasi che vi sia un disegno criminoso che riguarda tutta la Sicilia». A parlare è Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale alla Legalità, che già qualche giorno fa ha lanciato l’allarme sulla capacità della mafia di rigenerarsi e di alzare la testa.
L’analisi è di chi ha quotidianamente sotto gli occhi il sistema imprenditoriale siciliano e riconosce immediatamente i segnali che arrivano dalla società
Che succede presidente?
Quotidianamente vengono mandati messaggi disincentivanti a quegli imprenditori che voglio denunciare, che hanno voglia di rompere con il sistema delle collusioni. Chi si impegna sul fronte della lotta a Cosa nostra, chi lavora per una società più libera e più giusta viene accusato di essere un professionista dell’antimafia. A me sembra che dietro tutto ciò vi sia un disegno criminoso. Pensate: c’è gente che ancora oggi ha il coraggio di sostenere e scrivere che la mafia dà posti di lavoro, l’antimafia li toglie. E che gli strumenti di sviluppo devono essere bloccati a tutti i costi perché la mafia ha bisogno di creare lo stato di bisogno. D’altro canto faccio un’altra considerazione.
Dica.
Io credo che sì, ci sono i professionisti dell’antimafia ma sono coloro che di antimafia parlano solamente, senza aver mai agito per battere veramente Cosa nostra. È ora di smetterla: vanno condannate tutte quelle posizioni strumentali che vogliono fermare il cambiamento in questa terra.
Oggi è un gran giorno (ieri ndr): le denunce di un imprenditore e dirigente di Confindustria hanno portato agli arresti di tre estorsori.
Questa è la strada da seguire. Gregory Bongiorno è un imprenditore serio, capace e va lodato per le sue scelte. Difficili, come dimostra la sua storia familiare. Ma è un imprenditore che si è schierato dalla parte della libertà di impresa, della libera concorrenza, di una società libera da intermediazioni parassitarie e criminali. Oggi dobbiamo fare i complimenti a magistrati e investigatori che in breve tempo hanno arrestato i mafiosi che avevano chiesto il pizzo a Bongiorno. È un segnale importante per tutti gli altri. E a coloro che hanno ancora remore dico: lo Stato c’è, e ci sono anche le associazioni e movimenti antiracket Addio Pizzo e Confindustria.
Lo Stato c’è ma cosa manca?
Manca il moto di popolo. Ecco perché io mi rivolgo ai giovani, ai ragazzi: arrabbiatevi, ribellatevi, costruite il vostro futuro libero dal cappio. Impedite ai colletti bianchi collusi, a certa mafia che usa mezzi nuovi per comunicare la propria onnipotenza, di rivinarvi il futuro. Lottate contro chi vuole spingervi ad andare via dalla Sicilia per continuare a perpetuare vecchi e assurdi sistemi di potere. Battetevi per il merito perché così potrete emarginare chi cerca facili scorciatoie e si può sconfiggere la mafia.