Mostre: il ritorno di Antonello da Messina, all’Abatellis fino al 10 febbraio

E’ la mostra più attesa dell’anno. Per la prima volta sono riunite a Palermo, nella galleria di Palazzo Abatellis che già ospita l’”Annunciata”, altre celebri opere di Antonello da Messina, in un inedito percorso espositivo costruito da Giovanni Carlo Federico Villa, già curatore della celebre mostra-evento del 2006 alle Scuderie del Quirinale. In arrivo dall’Italia e dall’estero, tavole che raramente si ha la possibilità di vedere riunite in un unico sito, e in dialogo tra loro. L’esposizione, promossa dalla Regione Siciliana e da MondoMostre, e nel cartellone di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, aprirà al pubblico dal 14 dicembre al 10 febbraio.

Ogni pezzo è giunto a noi fortunosamente, avventurosamente: molti misteriosamente. In Sicilia arriva quasi la metà delle opere ancora esistenti.

Saranno in mostra una “Crocifissione” che Voll nel 1902 suggerisce di Antonello, parte della collezione del barone Samuel von Brukenthal a Hermannstadt. Sempre in mostra la scoperta fatta all’importantissimo convegno messinese del 1981 da Federico Zeri di un’opera giovanile, una tavoletta devozionale di 15 centimetri per 10, consumata dai baci del fedele che se la portava al seguito in un astuccio di cuoio. È ora l’”Ecce Homo con San Gerolamo nel deserto al recto“.

Dagli Uffizi arriverà l’importantissimo trittico con la “Madonna con Bambino“, “il San Giovanni Battista” acquistati dall’allora Ministro dei Beni Culturali Antonio Paolucci nel 1996 e il “San Benedetto” di straordinaria qualità pittorica che la Regione Lombardia acquista tramite Finarte nel 1995, oggi in deposito nel museo fiorentino.

Dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia è in arrivo il “Ritratto di giovane gentiluomo” (a lungo considerato il suo vero volto) trafugato dal museo nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970 e recuperato sette anni dopo dal nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.

E che dire dell’affascinante storia del Barone di Mandralisca che torna da Lipari con il ritratto su tavola di un ignoto il cui beffardo sorriso ha sconvolto la mente della figlia del farmacista nella cui bottega, sportello di mobile, è giunto per vie misteriosissime? Diventa lo splendido romanzo “Il sorriso dell’ignoto marinaio” primo capolavoro di Vincenzo Consolo.

E ancora: la “Pietà” del Museo Correr, la “Annunciazione” di Siracusa e il “Polittico di San Gregorio“, commissionato dalla badessa del Monastero di Santa Maria extra moenia a Messina ad Antonello, nel 1473. Distrutto il monastero, smembrato il polittico, ridipinto poi dal pittore messinese Letterio Subba nel 1842. Oppure, tra gli altri la “Madonna con il Bambino” della Carrara di Bergamo, firmata da Jacobello il figlio di Antonello.

La mostra di Palermo tutto questo racconta, in un allestimento sviluppato cronologicamente seguendo l’evoluzione e le novità dell’artista, aperto dall’“Annunciata” nell’allestimento per lei immaginato da un maestro del Novecento, Carlo Scarpa. Accompagnano il visitatore ad una piena fruizione dell’esposizione una didattica concepita a svelare, opera per opera, l’arte di Antonello collocandola nel contesto culturale e sociale del Mediterraneo, evidenziando la centralità della Sicilia, e un’audioguida ove il curatore guida lo spettatore alla scoperta delle novità artistiche e tecniche della sublime arte del maestro messinese.