L’Ue ha deciso: mai più olio d’oliva senza etichetta al ristorante

Dal 2014 in tutti i Paesi dell’Unione europea è vietato l’uso nei locali pubblici di bottiglie senza indicazioni.

Se si vorrà offrire un olio d’oliva lo si potrà fare solo portando in tavola la bottiglia originale che dovrà essere monouso. Ovvero, essere chiusa con un sistema che impedisca il riempimento con un olio diverso da quello originale. Un provvedimento pensato a protezione del consumatore dalle frodi. La norma è appoggiata da 15 Paesi, tra cui i principali produttori (Italia, Spagna, Grecia e Portogallo) ma è osteggiata da Germania e Olanda. Scatterà l’obbligo di utilizzare bottiglie di olio d’oliva con un tappo anti-manomissione per evitare che qualche ristoratore disonesto riutilizzi una bottiglia con una bella ‘etichetta’ di olio d’oliva di alta qualità versandovi invece del prodotto scadente.

Il provvedimento preso su iniziativa del commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos ha tuttavia spaccato in due l’Europa.
a un lato ci sono i 15 stati membri che hanno sostenuto l’iniziativa: Italia in prima linea assieme a Spagna, Grecia e Portogallo, Francia, Irlanda, Cipro, Slovenia, Slovacchia, Polonia, Lettonia, Lutuania, Repubblica Ceca, Romania e Malta.
Contro la decisione si sono scagliati Germania, Danimarca, Olanda, Bulgaria, Estonia, Lussemburgo, Austria, Finlandia e Svezia. Si sono astenuti, Regno Unito, Belgio e Ungheria.
Il provvedimento rientra nel piano d’azione europeo dell’olio d’oliva con l’obiettivo di «garantire la qualità e l’autenticità del prodotto messo a disposizione del consumatore finale ma anche per proteggerne la salute, migliorare la sicurezza legata all’igiene del prodotto e permettere al consumatore di identificare la qualità e l’origine dell’olio d’oliva».
Il piano d’azione include altre misure: una nuova etichetta sull’origine del prodotto più visibile per l’acquirente, il rafforzamento dei controlli con la fissazione di un livello minimo di ispezioni per Stato membro, sanzioni e condizioni ottimali da rispettare per la conservazione in buone condizioni del prodotto.
Plauso della Coldiretti: «È una barriera contro le frodi e gli inganni che colpiscono il condimento più amato dagli italiani».