Via libera all' olio d'oliva tunisino in Italia. I rischi per la Sicilia

Tra molte polemiche l’Ue ha dato il via libera alla commercializzazione in Italia di olio tunisino: 35.000 tonnellate, a dazio zero, per il 2016 e 2017. Gli eurodeputati della commissione commercio internazionale del Parlamento europeo hanno approvato il provvedimento con 31 voti a favore, sette contrari e una sola astensione. Accogliendo una richiesta contenuta nel parere della commissione agricoltura, gli eurodeputati domandano all’esecutivo Ue di effettuare una revisione di medio termine del provvedimento, cioè dopo un anno, per fare il punto della situazione. La misura, proposta dalla Commissione europea per mostrare concretamente la solidarietà dell’Unione dei 28 nei confronti della Tunisia in grave crisi economica dopo gli attacchi terroristici, ha sollevato forti preoccupazioni dei produttori del comparto olivicolo italiano. Ora la parola passa alla plenaria dell’Assemblea di Strasburgo, che dovrebbe pronunciarsi sul dossier già il prossimo febbraio.

“Un aumento del 40% di importazione di olio – dichiara l’eurodeputato siciliano Ignazio Corrao –  distruggerà la produzione olivicola pugliese, siciliana e non solo. È uno schema suicida per l’economia del Sud Europa, così come dimostrato dai precedenti accordi con il Marocco, che hanno contribuito a distruggere la produzione di arance nel Sud Italia. Dietro l’invasione dell’olio tunisino ci sono precisi interessi economici in gioco: l’obiettivo è quello di affossare i piccoli e medi produttori del Sud Italia, mentre ai grandi viene data la possibilità di comprare a prezzo stracciato l’olio extraeuropeo per poi spacciarlo Made in Italy. L’agricoltura italiana, ancora una volta, viene usata come merce di scambio per la politica internazionale. La Mogherini, che ha ideato il piano, conosce le conseguenze economico-sociali di questa politica iper-liberista? L’Europa sta già facendo molto per il popolo tunisino. Nel 2011 anni ha stanziato nel programma di macro assistenza finanziaria ben 800 milioni di euro. Nel 2015 sono stati erogati 100 milioni di euro, una prima tranche di un prestito complessivo di 300 milioni. Perché adesso questa ulteriore apertura?”.

“Dopo che nel 2015 in Italia sono aumentate del 520% le importazioni dell’olio d’oliva della Tunisia è un errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017”. E’ quanto sostiene Coldiretti in una nota riferendosi al via libera della commissione internazionale del Parlamento europeo sul quale hanno ieri espresso preoccupazione parlamentari soprattutto di Movimento 5 Stelle e Lega Nord. “Il nuovo contingente agevolato – sostiene l’associazione – va tra l’altro ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” oltre quota 90mila tonnellate”.

«Il rischio concreto – spiega Giovanni Selvaggi, produttore ragusano e responsabile del settore olivicolo di Confagricoltura Sicilia – è che il prezzo dell’olio si riduca drasticamente, visto che quello prodotto in Tunisia, di bassa qualità, arriva a costare 100 euro a quintale, cioè un euro a litro. È sempre la stessa storia: si fanno gli accordi bilaterali di libero scambio, ma l’agricoltura delle regioni del Sud resta il muro basso a cui appoggiarsi. La Tunisia esporta prodotti agricoli e compra frigorigeri, condizionatori, servizi, terziario insomma. E la nostra agricoltura che ci guadagna? Questo accordo – aggiunge – non penalizza l’Europa, ma la Sicilia e il Meridione».