Open Arms, l’atto di accusa della procura di Palermo contro Salvini

Matteo Salvini
  • Salvini è imputato per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 107 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2019

Tra il 14 e il 16 agosto 2019, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per due volte chiese a Matteo Salvini di fare sbarcare i 27 minori non accompagnati della “Open Arms”. Due lettere che fanno parte dell’atto d’accusa della procura di Palermo contro l’allora ministro dell’Interno accusato di sequestro di persona aggravato e rifiuto di atti d’ufficio per aver tenuto i 107 migranti salvati dalla Ong spagnola al largo di Lampedusa, per sei giorni.

Nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo si tiene l’udienza preliminare del processo a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e omissione di atti di ufficio per la vicenda Open Arms. Salvini è imputato per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 107 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2019.

“In particolare – scrivono i magistrati – in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani”, dicono. “Ed abusando dei poteri allo stesso rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, ometteva senza giustificato motivo, di esitare positivamente le richieste di Pos inoltrate al suo ufficio di gabinetto da IMRCC il 14, 15 e 16 agosto 2019, così provocando l’illegittima privazione della libertà personale dei migranti, costringendoli a rimanere a bordo della nave”. Nelle carte che il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha esaminato c’è molto materiale probatorio a carico del leader leghista. A partire dall’esito dell’ispezione sanitaria guidata dal Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che testimonierebbe l’omissione di quegli atti d’ufficio che il Viminale avrebbe dovuto adottare, al decreto cautelare d’urgenza del presidente di sezione del Tar del Lazio Leonardo Pasanisi che, alla vigilia di ferragosto, accolse il ricorso della Ong spagnola annullando il provvedimento di divieto di ingresso in acque territoriali italiane firmato da Salvini e dai ministri Toninelli e Trenta in applicazione del decreto sicurezza-bis. C’è poi la mail con la quale il comando della Guardia costiera comunica al Viminale il suo “nullaosta allo sbarco”.

In aula c’è anche il Procuratore capo Francesco Lo Voi, oltre all’aggiunto Marzia Sabella e il pm Geri Ferrara. Salvini, arrivato al bunker poco dopo le 9.30, è difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno, l’ex ministra leghista.

Furgoni blindati della polizia e dei carabinieri, agenti ovunque, transenne per impedire l’accesso a chi non è accreditato. E’ blindata la zona attorno all’aula bunker. Ammessi solo gli avvocati, le parti civili e i giornalisti accreditati.

“Buongiorno da Palermo, mi porto avanti con le ottime arance siciliane”, ha scritto stamattina su Twitter il leader della Lega, postando una sua foto con in mano un’arancia.

Il gip Lorenzo Jannello dovrà valutare le richieste avanzate da 7 migranti, tra cui un minore, e undici tra associazioni e altre parti. Si tratta di: Legambiente, Arci, Ciss, Associazione studi giuridici, Giuristi democratici, Cittadinanza attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps e il capitano della nave.

“151 persone, 21 giorni di attesa, 40 persone evacuate per fragilità fisiche e psichiche. Un rapporto dettagliato di Emergency su condizioni psicologiche a bordo. Qualcuno deve rispondere di tutto questo, ci auguriamo che sia fatta giustizia”, ha scritto la ong Open Arms su Twitter.

Intanto, davanti all’aula bunker, presidio pacifico di attivisti e associazioni. Esposti striscioni con su scritto: “Palermo per l’accoglienza e la solidarieta'” e “Processo all’odio”. Gli attivisti sono in tutto una ventina.