Pantelleria, Cracolici: "Non vi lasceremo soli"

Tutti uniti, per ricostruire l’isola e il suo importante patrimonio boschivo dopo l’incendio, e per trovare i responsabili del delitto. E’ questo il bilancio del consiglio comunale aperto di Pantelleria che si è tenuto venerdì alla presenza di tantissimi cittadini e di parlamentari regionali e nazionali. Era presenta anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Sicilia, Antonello Cracolici, anche per rispondere alle polemiche di questi giorni sull’assenza della Regione accanto ai panteschi.

“Ho seguito gli avvenimenti di Pantelleria con angoscia e sono stato in contatto diretto con il sindaco – ha detto Cracolici, nelle parole riportate da Pantelleria Internet – ma devo dire che venire qui e vedere i luoghi dell’incendio dà una percezione diversa rispetto a quanto si è potuto capire da lontano. E’ stato un vero attacco terroristico, non è certo stata l’azione di un piromane, né l’espressione della rabbia di qualcuno o la disperazione di chi può aver visto i propri diritti negati o aspettative tradite.  Abbiamo bisogno di tutti voi perchè è evidente che i responsabili di questi fatti sono tra di voi, nel senso che frequentano i vostri stessi bar, gli stessi circoli… dobbiamo capire se sono di Pantelleria o se non lo sono, dobbiamo capire quale virus si è introdotto nella comunità. Speriamo di poterlo individuare e per questo abbiamo bisogno anche di quelli che quest’isola la controllano con attività connesse alla sua posizione strategica, è necessario chiedere che tutte le autorità collaborino. Dobbiamo però ripartire e tutte le istituzioni devono fare la propria parte, La Regione Sicilia non vi lascerà soli, faremo ciò che serve per aiutare il Comune ad ottenere lo stato di calamità, la prossima settimana sarà a Pantelleria l’Assessore al Territorio e all’Ambiente, Maurizio Croce, per verificare gli aspetti idraulici/forestali al fine di iniziare le opere che blocchino il trascinamento di massi e di terra. Chiederemo le deroghe necessarie per ricostruire il bosco anche se sappiamo che ci vorrà molto tempo, un primo passo sarà la richiesta di deroga alla legge vigente che impedisce il reimpianto prima dei 5 anni nelle zone incendiate. Dobbiamo agire correttamente al più presto, supportati da tecnici e da esperti scientifici per capire come intervenire per la bonifica e come agire rispetto alle diverse specie arboree presenti nel bosco. Pantelleria è patrimonio dell’Umanità, un’identità specifica, un territorio di frontieria, un microcosmo di una Sicilia più grande. Reagiremo, come governo Regionale, al gesto vile dando una mano alla comunità per la ricostruzione come del resto è nostro compito e dovere istituzionale.”

I giovani dell’associazione Agorà hanno invece svolto un  corteo silenzioso che è sfilato per le vie del Capoluogo, partendo da Piazza Castello.

Il corteo si è concluso con un incontro alla Mediateca durante il quale sono state rivolte domande precise a Giuseppe Barbera, professore ordinario di Colture Arboree presso l’Università degli Studi di Palermo e studioso di Paesaggi Agrari Tradizionali, a Giovanni Landini, responsabile del l’Ufficio Servizio per il Territorio di Trapani (Aziende Foreste) e all’Assessore all’Agricoltura del Comune di Pantelleria, Graziella Pavia.

“Il bosco ha per fortuna la capacità di rigenerarsi, anche se non accade per tutte le specie presenti – ha detto il prof, Barbera – bisogna stare attenti però a non fare errori, ci vuole un percorso di conoscenza che in tempi brevissimi permetta di arrivare ad un Piano per gestire il bosco in tutte le sue parti e in tutte le sue differenze. Fatta una prima analisi entro due settimane, si deve poi predisporre in circa due mesi le azioni necessarie. Si scoprirà che il bosco può essere aiutato a rigenerarsi, penso alle querce e ad altre latifoglie che si riproducono per polloni dalle radici, basterà eliminare con cura le parti morte causate dall’incendio. Per le conifere invece si dovrà evitare di importare materiale dall’esterno ma usare la grande capacità di riprodursi per se stesse. Le pigne entreranno in azione e nel giro di uno o due anni avremo un tappeto di piccoli Pini d’Aleppo e di Pini Marittimi che andranno messi in vivai.”