Pantelleria, il sindaco: «Contro le trivelle riempiremo il Mediterraneo di zibibbo»

«Riempiremo di zibibbo il Mediterraneo altro che petrolio». A parlare è il sindaco di Pantelleria Salvatore Gabriele. Risponde a domande e osservazioni sulla possibilità che vengano autorizzati impianti per l’estrazione di petrolio al largo delle coste dell’isola che lui amministra. Sa, certo, che il governo nazionale è ben deciso ad andare avanti e ancora ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto chiaro e tondo: «La norma per creare lavoro e vincere la sfida energetica io la faccio, e l’ho fatta. Magari prenderò qualche voto in meno ma la faccio». Il presidente del Consiglio è cosciente che c’è un fronte molto vasto in Sicilia che si oppone alle trivelle e il sindaco di Pantelleria è sicuramente esponente di punta di questo fronte del no.

18-piattaforme italia.EPSE’ stato il sindaco pantesco, qualche giorno fa, davanti al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, a spiegare la strategia che sta portando avanti insieme a Lampedusa e non solo: puntare sulle Zps, le Zone di protezione speciale previste dalla normativa dell’Unione europea, per creare un vero e proprio cordone protettivo. Quanto possa essere grande questo cordone non è chiaro ma certo ne è palese l’obiettivo: creare le condizioni affinché l’estrazione di petrolio in una certa area del Mediterraneo non venga ritenuta conveniente o meglio creare barrire affinché le trivelle stiano il più lontano possibile dalle coste. Il comune, intanto, ha aderito alla campagna lanciata da Greenpeace per fermare le trivelle, stoppando le autorizzazioni ministeriali finora rilasciate. «Con un accordo di programma quadro cercheremo di emarginare questo fronte delle trivellazioni almeno in questa parte di costa – spiega Gabriele -. Sono più di sei quelle che ci riguardano da vicino, c’è un’escalation di autorizzazioni che lascia perplessi e credo che ancora ci sia molta disattenzione su questo tema. Dobbiamo colmarlo facendo iniziative comuni e con Lampedusa stiamo lavorando in questa direzione».

La situazione attuale
Oggi nel Canale di Sicilia, secondo una ricostruzione fatta da Emanuele Lauria sul quotidiano La Repubblica sulla base di dati di Legambiente, vengono estratte 301.471 tonnellate di greggio, il 41% del totale nazionale. Attualmente le trivellazioni in mare interessano le aree di Capo passero, Gela, Pozzallo, Marsala e Mazara del Vallo. Manegli anni sono aumentate le domande per ricerche e sfruttamento di possibili pozzi in mare: in totale vi sono 12.908 chilometri quadrati interessati da cinque permessi di ricerca già rilasciati e da altre 15 richieste di concessione. Interessa il greggio certo ma anche i giacimenti di gas. La Hunt Oil Company, per esempio, ha chiesto di poter esplorare i fondali intorno all’isola Ferdinandea che si trova tra Sciacca e Pantelleria, nel cuore di un’area molto amata dai turisti italiani e stranieri.