Partecipate locali in Sicilia: 117 milioni di perdite, 36 di utili. Lo denuncia la Corte dei Conti

Partecipate locali in Sicilia in forte perdita: 117 milioni di perdite, 36 di utili. Lo denuncia la Corte dei Conti. Anche la Sicilia fa parte delle sette regioni italiane dove le partecipate locali sono in forte perdita. Le regioni ad essere esaminate sono l’Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. Soltanto quest’ultima registra 117 milioni di perdite e 36 di utili. I piani di razionalizzazione, previsti dalla legge di stabilità, «sono stati presentati da oltre la metà degli enti» di Lombardia, Umbria, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzo e Veneto, mentre percentuali più basse si riscontrano nelle altre Regioni. Ad accendere i riflettori è la Corte dei conti, nella relazione sugli organismi partecipati degli enti territoriali appena pubblicata dalla Sezione delle autonomie. L’indagine, che si avvale della banca dati Siquel della Corte dei conti e dei dati raccolti dalle sezioni regionali di controllo, rivela che appena il 17,55% dei Comuni italiani (1.414 su 8.057) non è in possesso di partecipazioni in società. Le analisi sui risultati economici e finanziari hanno riguardato un insieme omogeneo di 4.935 organismi sui 7.684 risultanti al 19 giugno 2015, dei quali sono presenti a sistema i dati di bilancio relativi all’esercizio 2013. Quelle totalmente pubbliche sono 1.898, quelle attive 6.402. Le partecipate operanti nell’ambito dei servizi pubblici locali sono il 35,72% del totale, ma rappresentano una parte importante del valore della produzione (il 71,35% dell’importo complessivo). Il maggior numero (64,28%) rientra nelle diversificate attività definite “strumentali”. Qui – rilevano i magistrati contabili – emerge la netta prevalenza degli affidamenti in house. L’indagine mette a confronto i risultati conseguiti dagli organismi interamente pubblici (1.782) con quelli del totale esaminato (4.935). A livello aggregato si registra una netta prevalenza degli organismi in utile. In alcune regioni le perdite d’esercizio risultano in larga misura superiori agli utili, al netto delle imposte, soprattutto per gli organismi interamente pubblici. Del pari, negli organismi a totale partecipazione pubblica sono stati rilevati valori medi più elevati di incidenza del costo del personale sul costo della produzione, 28,28%, a fronte del dato complessivo medio del 21,83%. La gestione finanziaria dimostra una netta prevalenza dei debiti sui crediti, in tutti gli organismi esaminati. L’elaborazione del quoziente di indebitamento mostra, peraltro, un andamento non uniforme da regione a regione, con rapporti superiori all’unità nella maggioranza dei casi. Nelle partecipazioni pubbliche al 100%, il rapporto crediti/debiti verso controllanti, è sbilanciato in favore dei primi. Ciò evidenzia – segnala la relazione – la forte dipendenza delle partecipazioni totalitarie dagli enti controllanti, pur in presenza di un rilevante indebitamento verso terzi.