Pd in Sicilia alla Faraona. Crocetta liquidato, di scena i trasformisti

 La “Faraona”, così come è stata ribattezzata la kermesse palermitana voluta dal sottosegretario alla pubblica istruzione Davide Faraone, plenipotenziario di Renzi in Sicilia si è svolta esattamente come il modello al quale si ispira, la kermesse all’ex stazione Leopolda, inventata dall’allora Sindaco di Firenze. E il modello è questo: sul palco tante anime belle, a parlare di start up, innovazione, la buona scuola. Sotto il palco tanti applausi. Nella stanza accanto tante trattative.
Sono venuti in tantissimi alla “Leopolda” di Davide Faraone, in molti, come i deputati di Articolo 4 di Paolo Ruggirello e soci, per accreditarsi, altri per farsi vedere, altri ancora perché è meglio esserci, non si sa mai, tanto per citare Nanni Moretti (come ha fatto l’eurodeputata Michela Giuffrida).
E se una conclusione politica può essere tratta, da questi due giorni, è che si è consumato l’ennesimo scontro tra Faraone (cioè Renzi) e Crocetta. La scusa questa volta è stato il modo di intendere l’antimafia,anche a seguito della fuga di notizie sull’indagine per mafia che riguarda il campione dell’antimafia isolana, Antonello Montante, leader di Confindustria e principale sponsor di Rosario Crocetta. Il quale non l’ha presa bene, ha replicato a Davide Faraone punto per punto, e ha fatto un intervento più da candidato che da presidente della Regione. In tanti pensano che Crocetta ha i giorni contati. Il suo governo è di fatto commissariato dalla presenza di Alessandro Baccei, assessore all’Economia voluto dal sottosegretario Delrio, presente alla “Faraona”. Se Crocetta non si piega ai voleri di Roma, il nodo per lui si stringe sempre di più. In tanti scalpitano. C’è Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, ma Davide Faraone vorrebbe rottamare anche lui. Mentre sono in ascesa le quotazioni di Nino Caleca, l’avvocato penalista palermitano da un paio di messi alla guida dell’assessorato all’Agricoltura. E la suggestiva ipotesi di Roberto Lagalla, Rettore dell’Università di Palermo, che ieri è intervenuto per dire: “Escludo di essere corteggiato dal Pd”.
Faraone gioca al gatto col topo: “Crocetta stai tranquillo”, dice alla fine dal palco, con una frase che ricorda quell’«Enrico stai sere­no» di Renzi a Letta. “Nessuno deve avere paura – dice ancora Faraone – non c’è nessun progetto alterna­tivo a questo governo”. Un governo in cui, dice ancora, “tutti ci abbiamo messo la faccia, Renzi, Delrio, Farao­ne. Su questa squadra di governo ci crediamo”. Apertura a forze nuo­ve e partecipazione restano fra gli ar­gomenti. “Questa manifestazione – dice ancora Faraone – ha lasciato il segno, chi non vede la sua importanza o è uno stolto o è in malafede. Oggi chi non è venuto ha perso l’opportunità di vedere questa grande partecipazione». È un nuovo modello di Pd, “è quello di Renzi, che è diverso da quello di Bersani”. Un Pd aperto e costruttivo. “Ma non si smarriranno i valori di riferimen­to”, avverte ancora Faraone.
Tra gli interventi di ieri anche quello del senatore Beppe Lu­mia che è tornato sul tema dell’antimafia “che deve saper coniugare legalità e sviluppo. Esistono tanie antimafie, anche quella di comodo ma credo che il presidente Crocetta non possa essere annoverato in questa categoria”.

Significativa la presenza all’evento dell’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle Tommaso Currò, che non ha perso l’occasione per lanciare una frecciata a Beppe Grillo, che due anni fa a Palermo aveva dichiarato: “La mafia aveva una sua morale e andrebbe quotata in Borsa”. Sul punto Currò non ha dubbi: “La mafia non ha mai una morale. Né la mafia di ieri né la mafia di oggi”, ha detto il deputato.