Piano cave, gli imprenditori: troppe incertezze normative e ritardi burocratici

Incertezza normativa e ritardi burocratici stanno mettendo in difficoltà il settore lapideo del Catanese, composto da 50 cave e 600 addetti. È quanto emerso nel corso di una riunione,  promossa da Confindustria Catania, che ha avuto come oggetto di discussione il piano cave della Regione siciliana, lo strumento che attua la programmazione relativa alla ricerca e alla coltivazione delle sostanze minerarie nell’Isola. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di dare voce agli imprenditori del comparto lapideo etneo in vista della revisione normativa dell’esercizio delle attività di cava che impone vincoli sempre più stringenti per le imprese.

Si è trattato di “un confronto per discutere criticità, raccogliere osservazioni e adottare una strategia comune che faccia valere le istanze delle imprese nel dibattito con le istituzioni regionali”, si legge in una nota dell’associazione degli industriali.

La  riunione,  presieduta da Leone La Ferla, vicepresidente di Confindustria Catania  e presidente della sezione Calce e Cemento, ha visto la partecipazione di numerose aziende del distretto Pietra Lavica dell’Etna,  guidato dal presidente Alfio Papale e dei rappresentanti di  alcune tra le principali società estrattive di Ragusa e Siracusa con cave attive anche nel territorio catanese.

“Comune – si legge nella nota – è la visione sui vincoli che penalizzano le attività di impresa. Molti imprenditori hanno sottolineato come l’incertezza normativa  e i ritardi burocratici nel rilascio delle autorizzazioni siano tra i principali nodi che ostacolano la sopravvivenza del settore che conta,  solo nel territorio etneo,  circa 50 cave e 600 addetti”.  La nota dolente riguarda anche la confusione generata dai vincoli imposti dal Piano forestale che potrebbe mettere a rischio l’esistenza di diverse attività.  “Per le imprese,  che devono  programmare investimenti e impiegare risorse –  spiega Leone La Ferla -, ottenere risposte certe in tempi congrui è cruciale.  Confindustria Catania,  così come stanno facendo le altre territoriali del sistema confederale,  si è impegnata a far proprie le osservazioni  delle imprese alle norme tecniche del piano cave, in fase di aggiornamento alla Regione, per difendere,   pur nel rispetto della sostenibilità ambientale, la continuità delle attività economiche legate al comparto”.