Piattaforma Scicli: per Acif cancellazione da registro provinciale rifiuti e divieto di prosecuzione lavori a Cuturi

Con una nota inviata il 6 settembre scorso, il Libero Consorzio di Ragusa ha disposto la cancellazione dal registro Provinciale dei Rifiuti, nonché il divieto di prosecuzione delle attività relativamente a Contrada Cuturi, dell’Acif Srl, l’azienda che aveva ottenuto l’AIA per l’ampliamento di un mega-impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi e non a due chilometri dal centro di Scicli, città Patrimonio Unesco.

Con la nota inviata al Suap e alla Polizia Provinciale, il dirigente del Settore 6, Ambiente ed Ecologia, ha comunicato la cancellazione dell’attività di recupero di rifiuti pericolosi e non in procedura semplificata esercitata presso l’impianto di Contrada Cuturi, con contestuale divieto di prosecuzione attività per mancato rinnovo della comunicazione che doveva essere inviata ai sensi del decreto 152/06.

Tutti i rifiuti presenti nel sito in questione, quindi, dovranno essere rimossi, per l’attivazione dell’impianto l’azienda dovrà presentare una nuova istanza Autorizzazione Unica Ambientale.

La notizia è stata salutata con entusiasmo da parte di quanti, sin da quadno venne fuori la notizia dell’autorizzazione concessa dalla Regione che poi, a seguito di tutto il polverone sollevato, ha dovuto revocare l’atto. La vicenda, ancora, è tutt’altro che chiusa: da una parte c’è un ricorso al Tar presentato dall’Acif che pare chieda un risarcimento milionario all’ente che ha stoppato un progetto già autorizzato, dall’altro lato c’è anche un ricorso al Tar presentato da componenti della società civile che chiedono che si faccia piena luce su tutta la vicenda. A tutto questo si aggiunge anche la notizia di un esposto presentato alla Procura sulla vicenda dall’Associazione Asso-Consum di Roma.

Ritornando alla notizia relativa alla nota del Libero Consorzio, ecco di seguito i commenti di Giampaolo Schillaci, del Blog di Scicli e del Portavoce del Comitato per la Tutela della Salute e dell’Ambiente Giovanni Scifo:

Giampaolo Schillaci: Vogliamo risposte

Dopo la revoca del decreto emanato dalla Regione Siciliana per l’ampliamento delle attività di trattamento rifiuti richiesto dall’ACIF srl e svolte in contrada Cuturi (Scicli), giunge ora il provvedimento di cancellazione delle attività di recupero di rifiuti in corso nella stessa contrada, emanato dalla ex Provincia Regionale di Ragusa.

Tutto questo mentre, a quanto è dato sapere, vengono eseguiti accertamenti documentali dalla Prefettura di Ragusa e viene presentato sulla vicenda un esposto dalla procura della Repubblica del capoluogo da parte di una attenta Associazione Consumatori con sede a Roma.

Chi vuole utilizzare  Scicli, città dell’UNESCO, come fosse un proprio feudo dove trasportare rifiuti connessi principalmente ad attività petrolifere?

Chi e perché vuole localizzare nella campagna di Scicli, anziché in zone industriali appositamente attrezzate, attività ad alto rischio per la salute e per l’ambiente in grado di distruggere il turismo e l’agricoltura di qualità?

Purtroppo, ci sono motivi per ritenere che l’assalto ai tesori del più bel centro della Sicilia sud orientale proseguirà almeno fino al 27 novembre, data per la quale la parte sana della Città dovrà mostrare di aver compreso i perversi meccanismi in atto e chi li sta alimentando.

 

Giovanni Scifo: La misura del Libero Consorzio conferma nostre preoccupazioni

Rileviamo come il provvedimento di cancellazione dal registro provinciale dei rifiuti per l’attività esercitata presso l’impianto di contrada Cuturi di Scicli emanato dalla ex Provincia Regionale ponga un fermo alla vicenda amministrativa di uno stabilimento che sin dall’inizio ha operato contro il parere dell’Ufficio Tecnico di Scicli.

Riteniamo che al provvedimento in questione non siano estranee le dure note inviate – a più riprese – dal Comitato di Volontariato per la Tutela della Salute, dell’Ambiente e del Territorio di Scicli agli Uffici coinvolti nel rilascio delle autorizzazioni, e per conoscenza alla Prefettura e al Ministro dell’Interno; né ininfluenti sono stati i ricorsi al TAR Catania promossi dallo stesso Comitato e l’esposto alla Procura della Repubblica di Ragusa inviato dall’Asso – Consum di Roma.

Importante sottolineare che l’azione sinergica tra privato sociale e pubbliche istituzioni organizzata e promossa dal Comitato si è poi rafforzata con le attività dell’ARPA e della IV e VI Commissione ARS, che in seduta riunita ebbero il merito di affrontare l’argomento ACIF con lucida e sapiente determinazione.

Una misura, quella adottata dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa, che se per un verso rappresenta l’approdo della autonoma procedura amministrativa interna dell’Ente, per un altro verso rappresenta la conferma che quando la Società Civile, è il caso dell’esperienza sciclitana, libera le proprie capacità di vigilanza e di partecipazione democratica, accende le giuste luci sulla vita delle comunità e sostiene l’azione di governo degli Enti territoriali.