Precari dei comuni, dal ministero una proposta per la stabilizzazione. La Uil: “E’ una bufala”

Spiraglio o “bufala”? Ha scatenato polemiche la proposta suggerita dal ministero della Pubblica amministrazione alla Regione per avviare il percorso di stabilizzazione dei 18.500 precari dei comuni.

La proposta trapelata, e di cui ha parlato il Giornale di Sicilia oggi, sarebbe quella di approvare all’Ars entro la fine dell’anno una legge per riscrivere le regole per la gestione dei 18.500 precari siciliani e avviare, almeno formalmente, il percorso di stabilizzazione da completare entro il 2016. La legge dovrebbe creare una sorta di lista unica dei precari, facendoli rientrare sotto l’egida di mamma Regione. Dopo di ciò si farebbe una ricognizione delle posizioni vacanti e un concorso con riserva per stabilizzare i precari. In questo modo si eviterebbe che i precari si muovano solo all’interno di un unico Comune e allo stesso tempo si toglierebbero dai “guai” gli stessi enti locali. Questi ultimi, infatti, sforerebbero il patto di stabilità se calcolassero all’interno del vincolo anche i contributi garantiti dalla Regione (300 milioni annui), così come prevede la legge. Fatta questa legge, il ministero sarebbe più flessibile e accetterebbe anche una proroga.

Poi ogni volta che si dovrà assumere si attingerebbe da questa lista unica, suggerisce sempre il ministero. Ovviamente tutto ciò dovrà essere fatto rispettando sempre i vincoli di bilancio. Pare che la Regione stia già lavorando a questa legge.

Ma c’è chi considera questa proposta-escamotage una presa in giro. Parla di “bufala” Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia: “Il percorso-escamotage suggerito dal ministero della Pubblica amministrazione, per salvare i 18.500 precari siciliani, è una vera e propria bufala. La graduatoria regionale degli Lsu, dalla quale i Comuni dovrebbero attingere per assumere il personale, non risolverebbe il problema. Con l’attuale quadro economico e normativo e senza l’emendamento proposto dalla Regione siciliana per avviare le stabilizzazioni (bocciato a Roma), agli Enti locali infatti rimangono tutti i vincoli che impediscono le assunzioni”. Poi Barone rincara: “Con il percorso voluto da Roma non solo non ci saranno le assunzioni ma, contrariamente a quanto detto negli ultimi giorni dal ministro D’Alia, salta anche la possibilità della proroga dei contratti. Le 18.500 famiglie, che già a Natale rischiano di trovarsi in mezzo alla strada devono sapere chi ringraziare. La Uil – continua Barone – chiede subito un tavolo di confronto per evitare un dramma sociale. Il ministero non se ne può lavare le mani scaricando tutto sulla Regione ma deve contribuire a risolvere il problema concordando e assumendosi la responsabilità di soluzioni normative che garantiscano i lavoratori e che non possano essere impugnate dal Commissario dello Stato, così come già avvenuto in passato”.

“Ci auguriamo che il presidente Crocetta confermi l’incontro col sindacato preannunciato per giovedì per discutere assieme di precariato in Sicilia”. Così Maurizio Bernava e Gigi Caracausi, segretario della Cisl Sicilia l’uno, della funzione pubblica regionale (Fp), l’altro. E “ci auguriamo – si legge in una nota Cisl – che al confronto che attendiamo, il governo si presenti, non con generiche rassicurazioni” relativamente a modifiche da apportare durante il dibattito sulla legge nazionale di Stabilità, al testo varato dalla Camera la settimana scorsa. Sarebbe infatti “troppo tardi e troppo pericoloso”, sottolinea il sindacato. Che insiste: serve un piano regionale per il quale il governo dell’Isola deve impegnarsi a “razionalizzare le risorse e realizzare risparmi così da poter assicurare l’impiego stabile dei lavoratori sulla base di un programma pluriennale”. Pertanto, la Cisl si attende dal governo della Regione che “obblighi sindaci e amministratori locali a recuperare risorse e tagliare sprechi in via amministrativa” e che vincoli sindaci e amministratori locali ad avviare col sindacato un confronto capace di “ridurre, ente per ente, ogni fattore di deficit”. È questo, scrivono Bernava e Caracausi, che renderebbe credibile l’azione del governo, sia sul fronte interno (la definizione del piano di rientro per la stabilizzazione) che su quello esterno, della richiesta di eventuali deroghe a Roma. “Su queste basi – precisano i due sindacalisti – la Cisl è disponibile a dare il proprio contributo di sacrifici e responsabilità”. Pertanto, “sia istituita subito una unità di crisi che segua passo passo gli sviluppi della vicenda, al Parlamento nazionale, in sede regionale e presso ogni amministrazione locale”.

“Il problema del precariato si risolve con un’azione sinergica del governo nazionale e del governo regionale, nessuno può pensare di tirarsi fuori”: lo dice Mimma Argurio, della segreteria della Cgil Sicilia, alla vigilia dell’ incontro con il presidenre della regione sul tema dei precari. “Intanto- specifica Argurio- è necessario predisporre le proroghe e per far questo serve il
concorso di entrambi i governi. Alla Regione- aggiunge- domani chiederemo un piano di stabilizzazioni esigibile con l’indicazione dei tempi di realizzazione. Continuiamo però a sostenere  – sottolinea Argurio- che  il governo nazionale non può arroccarsi sulle sue posizioni e lavarsi le mani di un problema che da soli la Regione e i Comuni non possono risolvere”. La Cgil quindi torna a chiedere l’allentamento dei vincoli del patto di stabilità e “un piano nazionale per i precari che tenga anche conto della delicata situazione che c’è in Sicilia,  che deve essere affrontata una volta per tutte pena la crescita del disagio e della tensione sociale”.