Protocollo d’intesa dell’area di Gela, sindacati: “Accelerare su raffineria green”

Si è svolto oggi presso il ministero dello Sviluppo Economico l’incontro, con il rappresentante del ministero dell’Ambiente, la Regione siciliana, il comune di Gela, l’Eni e le organizzazioni sindacali, per la verifica dello stato di avanzamento dell’applicazione del protocollo d’intesa dell’area industriale di Gela del novembre 2014, in particolare riferito al progetto di conversione della raffineria.

I sindacati hanno richiesto una accelerazione degli investimenti sull’avvio della “green refinery” e sulla messa in produzione delle attività di up-stream. L’Eni ha illustrato lo stato degli investimenti effettuati e programmati che risultano solo in parte rispettosi della tempistica prevista dal Protocollo stesso, mostrando dei ritardi dovuti in gran parte alle lentezze degli inter autorizzativi che risultano essere complessi e farraginosi. I sindacati hanno preso atto delle informazioni fornite da ENI e nel contempo hanno ribadito la conferma e il valore del Protocollo, rivendicandone la corretta e piena applicazione.

Pertanto è stata richiesta la ridefinizione di un cronoprogramma in grado di scandire con certezza le tappe di attuazione dell’intero progetto industriale attraverso la fissazione di un nuovo incontro, entro il mese di maggio, per avere certezza sulla rimodulazione e sul rispetto dei tempi di attuazione. Dal canto suo il viceministro Teresa Bellanova si è impegnata a riconvocare le istituzioni i sindacati entro maggio per la formulazione di un crono-programma al fine di garantire le tempistiche e l’accelerazione dell’iter autorizzativo.

“Occorre che venga mantenuta la vocazione industriale della zona di Gela – commenta il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani – e che vengano rispettate le scadenze e gli impegni presi. Non possiamo non prendere atto dei passi avanti che si stanno facendo, ma siamo tenuti a tutelare i lavoratori chiedendo all’Eni uno sforzo in piu’ in termini di tempistica e scadenza, onde evitare che l’intera zona nel frattempo muoia. E’ importante garantire la vocazione industriale dell’area attraverso investimenti certi e progetti, che già dalla sottoscrizione dell’intesa ad oggi sono mutati, e soprattutto tempi certi per non deprimere ulteriormente il territorio”.