Province siciliane: la riforma infinita. A che punto siamo

Province siciliane: la riforma infinita continua, di proroga in proroga. E’ ancora da  definire il futuro delle province siciliane, dove non si è ancora votato per eleggere gli  organismi e sono scaduti i commissari. La riforma prevedeva l`elezione il 29 novembre, ma dopo l`impugnativa del Governo nazionale che ha annullato il voto, le Province saranno amministrate ancora per altri 3 mesi dai commissari: a rischio diversi servizi, dalla viabilità all’assistenza ai disabili.

La legge istitutiva dei nuovi Liberi Consorzi Comunali e delle città metropolitane prevedeva che mandato dei commissari non andasse oltre il 31 dicembre 2015, in considerazione anche dell’elezione dei nuovi organi fissata per il 29 novembre. I rilievi fatti dal governo nazionale che ha imposto l’annullamento delle elezioni comporta ora la proroga delle gestioni commissariali per altri sei mesi come previsto dalla legge dello scorso novembre, quindi, bisognerà procedere alla nomina dei commissari straordinari per le 9 ex province siciliane che da oggi sono senza un vertice con grave pregiudizio per il mantenimento dei servizi per gli studenti disabili alla riapertura delle scuole. L’ex provincia di Ragusa non potrà proseguire il servizio perché ha avuto un trasferimento regionale inferiore di 2 milioni di euro che la pone di fatto in una situazione di dissesto.

“Ancora una volta il governo non si smentisce e riporta la sua rivoluzione al livello del più misero braccio di ferro tra i vari componenti della coalizione di maggioranza per decidere sulla spartizione delle ambite nove poltrone di commissario delle ex province siciliane”. Lo dice il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, in merito al ritardo del governo sulla nomina dei commissari delle ex province siciliane. “Malgrado i proclami, dopo oltre tre anni di governo Crocetta e ben tre leggi di pseudo-riforma, tutto è ancora al palo – aggiunge Falcone – gli enti sovracomunali rimangono volutamente lasciati nel limbo per attuare logiche lottizzatrici, magari nella speranza di renderli strumenti di consenso elettorale”. “Domani – conclude – depositerò una interrogazione urgente per conoscere i criteri sia di esclusione che di scelta con cui sono individuati i responsabili degli enti di area vasta”.