Pubblica Amministrazione, arriva la stretta sui “furbetti del cartellino” da parte del Governo

L’ultimo caso è di oggi. Il copione è sempre lo stesso. Dipendenti che timbrano il cartellino e poi si allontanano dal luogo di lavoro. E’ successo a Pachino, nel Siracusano. La Guardia di Finanza ha denunciato 7 persone in servizio presso il comune siciliano. Le Fiamme Gialle hanno piazzato telecamere vicino agli strumenti che rilevano le presenze e in venti giorni hanno accertato oltre 100 ore di assenza non giustificata e 60 ore di presenza falsamente attestata. Alcuni lavoratori si assentavano per andare a casa; altri uscivano per fare shopping e passeggiate, o commissioni personali anche fuori provincia; altri ancora per andare a caccia.

 

Adesso per la Pubblica Amministrazione arriva la stretta sui “furbetti del cartellino” da parte del Governo. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato i decreti attuativi della riforma sulla PA e le sanzioni per i dipendenti assenteisti. Il ministro Marianna Madia ha illustrato in conferenza stampa il provvedimento e ha parlato di “norme cattive ma giuste” che “restituiscono la dignità ai dipendenti pubblici che contribuiscono al bene della collettività”. Con l’approvazione del decreto, un dipendente colto sul fatto verrà sospeso dal dirigente entro 48 ore. Resterà senza stipendio, ma gli sarà riconosciuto un ‘assegno alimentare’ pari alla metà del salario base. Il dipendente avrà due settimane per difendersi e ci saranno altre due settimane per concludere l’iter. 

MESSINA. Proprio qualche giorno fa Cinquantacinque tra impiegati e funzionari dell’ex Provincia regionale di Messina sono stati rinviati a giudizio per truffa dal gup Daniela Urbani. Il processo comincera’ il prossimo 9 dicembre davanti al giudice monocratico. Accolta la richiesta del pubblico ministero. Stralciate due posizioni che saranno trattate nella prossima udienza. A dicembre 2012 gli investigatori della Digos avviarono degli accertamenti monitorando l’ingresso e l’uscita dei dipendenti di Palazzo dei Leoni. Le indagini – coordinate dal sostituto procuratore Antonio Carchietti – andarono avanti per diversi giorni. Dagli accertamenti e’ emerso che alcuni dipendenti facevano strisciare il proprio badge ad altri. In pratica gli investigatori scoprirono come alcuni dipendenti si assentavano, anche solo per qualche ora, dal posto di lavoro. Davano il proprio badge ad altri colleghi che provvedevano a strisciare al posto loro nell’apparecchiatura predisposta per rilevare l’entrata e l’uscita dal luogo di lavoro. In questo modo, secondo l’accusa, l’impiegato risultava sul posto di lavoro nei momenti in cui invece era assente. Accuse che sono state contestate dagli avvocati della difesa che nei loro interventi hanno posto l’accento sia sull’esatta identificazione delle persone che sugli orari contestati.