Qualità della vita in Sicilia, siamo ultimi. Ecco perché

Pubblicata la classifica del “Sole 24 ore” sulla qualità della vita nelle città capoluogo di provincia in Italia. La Sicilia è sempre in fondo: Siracusa perde otto punti, Ragusa la città siciliana in cui si vive meglio. Palermo, con i 389 punti raggiunti, si piazza al 99esimo posto, scalando la classifica, rispetto al 106esimo posto del 2015.  Al primo posto  c’è Aosta, mentre al secondo e al terzo posto della classifica si confermano Milano e Trento. All’ultimo posto ancora una realtà del Mezzogiorno, Vibo Valentia. Roma si posiziona al 13esimo posto.

Tra le altre città siciliane, Siracusa scende di otto posizioni, dal 90esimo al 98esimo posto. Caltanissetta raggiunge il centesimo posto, registrando un più due rispetto al 2015. E, ancora, Agrigento, che si piazza al novantesimo posto, rispetto al 97esimo dello scorso anno. Catania è al 94esimo posto, rispetto al 95esimo del 2015. Trapani passa dal 96esimo al 91esimo posto e Ragusa, dal 78esimo all’82esimo posto. Enna raggiunge l’84esimo posto rispetto al 93esimo di un anno fa. Messina raggiunge dal 104esimo posto del 2014 l’88esimo posto in classifica.

I voti scaturiscono da 42 indicatori, atricolati in sei settori. Sul fronte Redditi, risparmi e consumi la prima delle siciliane è Caltanissetta, che si colloca all’83esimo posto, seguita da Enna (88). Più giù le altre province: Agrigento (96esima), e a ruota Palermo (centesima), Catania, Messina e Siracusa. Le province dove si sta peggio sono Ragusa (107) e Trapani (108). Gli indicatori presi in considerazione sono: il Pil pro capite (la prima delle siciliane è Ragusa con appena 18.242 euroa fronte dei 45 mila di Milano); l’assegno pensionistico (a Siracusa il primato con appena 741 euro di importo medio al mese); i risparmi in banca (a Messina i più riaprmiatori con 13.375 euro di depositi bancari pro capite); il patrimonio immobialiare, dove Palermo risale la china aggiudicandosi il 50 esimo posto. Da ques’anno poi figura anche la casa in affitto. E qui le siciliane sono ai primi posti per i canoni bassi: a Caltanissetta il primato con 340 euro al mese in media. Gli altri due indicatori sono i consui di beni durevoli (tra le siciliane primeggia Siracusa) e infine i prestiti non pagati: i più “morosi” sono gli ennesi, al terzo posto della graduatoria con 1.249 protesti a testa in media.

Sul fronte Affari, lavoro e innovazione la prima delle siciliane è Siracusa al 54esimo posto. Bisogna scivolare al 78esimo per trovare Ragusa, seguita a distanza da Catania (81esima), Trapani (87), Messina (93), Palermo (96), Caltanissetta (104), e infine Agrigento (108) ed Enna (109). La sezione da quest’anno è stata arricchita con la voce Innovazione con due parametri: start up innovative, dove tra le siciliane primeggia Catania al 38esimo posto seguita da Palermo al 54esimo, e domande di brevetto: in questo campo i siciliani con più inventiva sono i nisseni, che con 1,75 brevetti per mille abitanti si piazzano al 32esimo posto in Italia.

Nel settore Servizi, ambiente e welfare la prima delle siciliane è Trapani, al 68esimo posto, seguita da Enna (71), Palermo (74), Catania (77), Messina (83), Agrigento (85), Ragusa (89), Caltanissetta (93) e Siracusa (95). Su questo fronte i due nuovi indicatori considerati rispetto agli scorsi anni sono la spesa per i servizi sociali dedicati ad anziani, minori e non abbienti (la prima delle siciliane è Messina, all’80esimo posto con appena 6,40 euro procapite a fronte dei 34,10 della prima classificata, ovvero Bologna) e la disponibilità di sportelli bancari (ce ne sono di più a Messina). Male nei tradizionali indicatori: la pagella ecologica vede Enna al 49esimo posto, prima delle siciliane tenute a distanza, mentre sul fronte dell’emigrazione sanitaria quelli che si spostano di più sono a sorpresa i catanesi al 23esimo posto.

Poi c’è il capitolo Demografia, famiglia e integrazione. A guidare la classifica delle siciliane è Agrigento, che si colloca al 46esimo posto. Più giù Enna (64), Ragusa (69), Trapani (71), Caltanissetta (76), Palermo (93), Messina (94), Catania (101) e Siracusa terzultima al 108esimo posto. Le new entry su questo settori sono tre: il valore dell’immigrazione sulla base delle acquisizioni di cittadinanza (i migranti più integrati a Messina con 2,15 nuovi cittadini ogni 100 stranieri); il tasso di natalità, e qui c’è la riscossa del Sud, in particolare di Trapani che con 9 nascite per mille abitanti si piazza al sesto posto in Italia a pari merito con Reggio Calabria; i laureati rispetto ai 25-30enni: la prima delle sicliane è Enna, al trentesimo posto in Italia con 81,17 laureati per mille under trenta. Una curiosità: le coppie più in crisi sono a Caltanissetta, che con 16 separazioni ogni 10 mila coniugati è la città d’Italia dove ci si lascia di più.

Sul fronte Giustizia, sicurezza, reati, la provincia siciliana dove si vive più tranquilli è Enna, che si piazza al 12esimo posto in Italia. Poi c’è Agrigento (27), Ragusa (52), Caltanissetta (55), Messina (56). Le altre sono nella parte più bassa della classifica: Siracusa al 97esimo posto, Palermo al 102esimo. Maglia nera a Catania, quartultima, ma prima di Milano, Roma e Napoli che si piazzano agli ultimi posti in Italia. Qualche dato spot più analitico: la città siciliana dove ci sono meno scippi e borseggi è Caltanissetta (all’ottavo posto in Italia) mentre quella dove ce ne sono di più è Catania (77esesima). A Messina ci sono meno furti in casa che nel resto della Sicilia (sedicesima in Italia) mentre Siracusa è maglia nera al 50esimo posto. E’ Catania, invece, la capitale siciliana dei furti d’auto: con 561 furti ogni mille abitanti è terzultima in Italia. Si rischia meno di essere rapinati ad Agrigento (26esima in Italia), di più a Catania (terzultima in Italia).

Infine il capitolo Cultura, tempo libero e partecipazione, dove per vedere una siciliana bisogna scendere alla 55esima posizione conquistata da Messina. Seguono Ragusa (58esima), Catania (59), Palermo (66), Trapani (85), Siracusa (91), Agrigento (95), Caltanissetta (97) ed Enna (102). La classifica si basa sul numero di librerie, sale cinematografiche, indice di sportività, spesa dei viaggiatori stranieri sul territorio, bar e ristoranti, ingressi agli spettacoli. Il nuovo indicatore introdotto da quest’anno è il volontariato: la siciliana più “solidale”, almeno stando al numero di onlus registrate all’anagrafe ogni 100 mila abitanti, è Palermo ma in generale tutte le province siciliane si collocano entro i primi 41 posti della classifica.

“I risultati certificati da “Il Sole 24 Ore” confermano quel che sappiamo da tempo: la strada intrapresa è quella giusta, ma dopo aver salvato la città dalla bancarotta e aver rimesso in moto tante opere e servizi, ancora tanto resta da fare.” Questo il commento a caldo del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, relativamente alla classifica della vivibilità. “A pesare, come era prevedibile – afferma Orlando – sono i dati che derivano dall’impatto che i grandi cantieri hanno sulla mobilità nel periodo preso in esame e quelli relativi alla più complessiva crisi economico-occupazionale che colpiscono tutto il Meridione, ma per Palermo vediamo buoni segnali sul fronte dell’innovazione e la ripresa dei servizi. Una spinta a proseguire nella giusta direzione”