A Ragusa sta per esplodere l’emergenza rifiuti: è una corsa contro il tempo

A Ragusa c’è il rischio che da qui a poco esploderà una emergenza rifiuti che potrebbe finire fuori controllo. Dal 20 luglio, infatti, ha chiuso la discarica di “Cava dei Modicani” che serve, oltre il comune capoluogo, anche i comuni montani di Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo.

Compattatori fermi al palo, quindi, è cumuli di immondizia che crescono in strada.

L’amministrazione Piccitto era convinta che dalla regione arrivasse una proroga o quantomeno una soluzione alternativa a Cava dei Modicani-

Dal Governo Crocetta invece tutto tace e ad un tratto a Ragusa è scoppiato il problema rifiuti.

Sono ore frenetiche e a Palazzo dell’Aquila le riunioni si susseguono. Nella giornata di ieri il Sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, , ha convocato una conferenza di servizi che ha visto sedersi ad un tavolo amministratori e rappresentanti dell’Ato Ambiente. per  discutere dell’adozione di una ordinanza contingibile e urgente ex art. 50 comma 5 del decreto legislativo 267/2000 non essendo pervenuta dal Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti  né l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), né l’indicazione  di un sito alternativo nel territorio regionale dove conferire temporaneamente i rifiuti prodotti dal Comune di Ragusa. All’incontro erano presenti, oltre al sindaco  Federico Piccitto, all’assessore all’Ambiente Antonio Zanotto, all’assessore alle Risorse Economiche e Patrimoniali  Stefano Martorana, al vicesegretario comunale dott. Francesco Lumiera e al dirigente del Settore VI ing. Giuseppe Giuliano, il commissario SRR ATO 7 Ragusa ing. Nicola Russo, il dirigente tecnico Ato Ragusa dott. Fabio Ferreri, il presidente del Collegio dei liquidatori Ato Ambiente  Giancarlo Cugnata,  il dott. Giovanni Aprile dell’ASP 7 Ragusa,  il dirigente ARPA struttura territoriale di Ragusa, dott.ssa Maria Antoci, il geom. Salvatore Fede del libero consorzio comunale di Ragusa,  la dott.ssa Giuseppina Amato, dirigente ARPA per il Libero Consorzio Comunale di Ragusa.

Al termine della Conferenza è stato sottoscritto un documento  tramutato in ordinanza sindacale che da indicazione perché: Si Ordini all’Ato Ragusa Ambiente spa in liquidazione, la cui continuità gestionale è garantita dal commissario della SRR in nome e per conto dei Comuni soci, di autorizzare il conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani del Comune di Ragusa con le seguenti modalità:  operare il trattamento meccanico biologico del rifiuto conferito in discarica separando le matrici merceologiche in sopravaglio (frazione secca) e sottovaglio (frazione umida). Il sopravaglio andrà stoccato temporaneamente su un’area circoscritta sul corpo dei rifiuti in attesa che la Regione indichi al gestore un idoneo sito ove poterlo abbancare definitivamente, pertanto lo stesso gestore dovrà attivare le procedure conseguenti. Quanto al sottovaglio esso andrà  biostabilizzato nell’impianto già in esercizio presso la discarica, anch’esso per potere, alla fine del trattamento (42-64 giorni), essere abbancato in un sito idoneo autorizzato dalla Regione. Tutte le operazioni dovranno essere effettuate nel rispetto della salvaguardia delle matrici ambientali e in ogni caso garantendo il contenimento delle emissioni di biogas e odorigene, la protezione dall’inquinamento del suolo e delle falde acquifere e dell’osservanza di tutte le norme e disposizioni in materia di sicurezza ed igiene del lavoro per le attività svolte”.

Questa situazione ovviamente ha scatenato una serie di reazioni politiche.

Duro, con l’amministrazione Piccitto, Il partito democratico ragusano che addossa tutta la responsabilità alla giunta pentastellata:

“Giudichiamo grave e deleterio, per l’immagine di una città come Ragusa, quello che sta accadendo, mai ridotta al punto da lasciare il pattume in strada perché non si sa dove conferire. Anni di attesa per assistere alla rivoluzione grillina di Piccitto e infine il risultato si può esprimere in due parole soltanto: delusione e sconcerto”. Ad affermarlo il segretario cittadino dell’Unione comunale del Pd di Ragusa, Peppe Calabrese, il quale prosegue spiegando che “è comodo per il sindaco scaricare la colpa sulla Regione governata dal Pd puntando il dito sul fatto che il pattume resta in strada per colpa dell’esecutivo siciliano. Ma la misura è colma. L’improvvisazione e la incapacità amministrativa dimostrata dai Cinque Stelle  è palese.”

Pronta la replica dell’amministrazione

“E’ già incredibile che il segretario dell’Unione Comunale del Pd nel disperato tentativo di eludere la piena ed unica responsabilità della Regione Siciliana per quanto sta accadendo in queste ore a Ragusa, provi a cambiare le carte in tavola, intervenendo peraltro in palese ritardo, attribuendo all’Amministrazione Comunale fantomatiche colpe sulla gestione dei rifiuti in città. L’esponente del Pd di Ragusa, così come aveva già fatto per la gemella (viste le medesime responsabilità della Regione), questione del Nuovo Ospedale, forse avrebbe fatto miglior figura tacendo.

Da mesi, e non da qualche ora come il segretario dell’Unione Comunale, seguiamo la questione, ben consci, come abbiamo spiegato ieri in conferenza stampa, che la scadenza del 20 luglio e l’impossibilità di reiterare le ordinanze del Commissario Straordinario del Libero Consorzio, avrebbero determinato il rischio di chiusura per Cava dei Modicani.

Dopo un’attesa di due anni eravamo riusciti ad ottenere dalla Regione, seguendo direttamente e costantemente l’evoluzione, che in via ordinaria fosse emesso il provvedimento autorizzatorio di AIA, necessario a far proseguire i conferimenti.

Improvvisamente, questo iter, è stato stoppato non dagli alieni, ma dalla Regione stessa, a poche ore dalla scadenza del 20 luglio.

Ben conoscendo i nostri interlocutori, ci eravamo comunque assicurati che, in assenza di provvedimenti ordinari, ne venisse emesso uno straordinario, proprio per scongiurare l’emergenza igienico-sanitaria. Peraltro, in maniera molto più semplice, la Regione avrebbe potuto tranquillamente autorizzare Cava dei Modicani, inserendola nell’ordinanza del 1 giugno scorso, la 5/rif., visto che, come è possibile vedere, erano stati già espressi i pareri degli organi tecnici coinvolti.

Nemmeno questo semplice passaggio è stato esitato dalla Regione.

In aggiunta, avevamo chiesto, con il supporto di tutti gli enti coinvolti, in primis la Prefettura, che fosse dato a Ragusa, almeno temporaneamente, un sito alternativo dove scaricare i rifiuti.

Ma la Regione, alla fine, dopo aver stoppato l’iter ordinario, quello straordinario, l’inserimento nell’ordinanza 5/rif., ha fatto di più: non ha dato a Ragusa, unico comune in tutta la Sicilia, un sito dove conferire, con la motivazione che non c’era spazio, in nessuna discarica siciliana, per 80 tonnellate al giorno. Ed avendo dato agli altri comuni del sub-comprensorio ibleo, invece, un sito dove scaricare.

Programmazione? Pianificazione? Soluzioni? Tutte parole sconosciute dalle parti di Palermo.

Addirittura, la Regione ha consigliato di emanare un’ordinanza contingibile ed urgente del sindaco. Come se non avesse alcuna responsabilità o competenza nella gestione del sistema rifiuti in Sicilia, in contrasto con le norme vigenti.

Solo un aspetto salviamo dell’intervento, inconcepibile, del segretario dell’Unione Cittadina del Pd. Delusione e sconcerto. Siamo d’accordo. Nei confronti, però, di una Regione, governata dal Pd, che dalla questione Nuovo Ospedale prima e da quella dei rifiuti dopo, ha mostrato tutto il peggio possibile.

Se Ragusa piange, gli altri comuni non ridono e in virtù delle nuove disposizioni di Crocetta sul conferimento in discarica i sindaci invitano i cittadini a produrre meno beni di scarto e intanto le strade si riempiono di riufiuti.

Insomma, siamo alla solita emergenza perenne e costante che abbiamo sempre raccontato, una emergenza che fin quando non si attuerà una politica seria e determinata in materia, sarà destinata ad alimentarsi sempre più.