Reddito di cittadinanza in Sicilia, cammino già in salita

Cammino già in salita per il piano per introdurre in Sicilia il reddito di cittadinanza, cioè il reddito minimo per i poveri. Il governo Crocetta, fautore dell’iniziativa, ha disertato all’inizio la riunione convocata all’Ars in commissione Lavoro. Ufficialmente sia il presidente Crocetta che l’assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, erano impegnati in altri appuntamenti istituzionali ma la motivazione non ha convinto il presidente della commissione, Marcello Greco. Poi  alle 14 l’arrivo dell’assessore Miccichè ha evitato che lo scontro proseguisse.

Il piano prevede adesso che entro martedì prossimo Crocetta presenti il testo definitivo della legge ed entro i successivi 7 giorni i partiti possano presentare i loro emendamenti. Solo dal 13 luglio, quindi, si potrà iniziare a votare in commissione.

Il piano di Crocetta prevede la concessione di circa 700 euro ai disoccupati e in generale alle famiglie con meno di 5 mila euro di reddito annuo. Il governo Crocetta la settimana scorsa ha approvato un disegno di legge, che si aggiunge agli altri sette già presentati sull’argomento.

La settimana scorsa, all’indomani della notizia dell’accordo sui 550 milioni di aiuti statali, Crocetta ha fatto approvare in giunta un disegno di legge che modifica un po’ il concetto di reddito minimo di povertà prevedendo un pacchetto di misure da circa 350 milioni che comprendono lavori socialmente utili a fronte di un assegno di solidarietà. Ma anche questa è una misura che non convince nemmeno parte della maggioranza.

Per il sottosegretario Simona Vicari (Ncd) “tutte le misure a sostegno del reddito e delle fasce deboli vanno sostenute e rilanciate. Servono però misure efficaci, che possano durare nel tempo, concrete. I modelli vecchi, che in altre parti hanno già fallito, non andrebbero replicati. I 350 milioni di fondi europei e nazionali destinati alla Sicilia devono essere destinati alla creazione di nuova occupazione. Preferirei allora – aggiunge Viun grande patto fra le istituzioni, il mondo sindacale, le imprese e le attività commerciali. Con questi fondi è possibile creare almeno 100 mila posti di lavoro. La Sicilia superi le tentazioni dei schemi vecchi, superi la logica assistenziale per puntare allo sviluppo. Si creino condizioni di sicurezza per i giovani e per i cinquantenni fuori dal mercato del lavoro, si lavori per dare garanzie vere e durature e non misure una tantum che si esauriscono in spot”.

Crocetta ha però ribattuto: «Le misure di sviluppo le stiamo portando avanti grazie ai fondi europei. Parallelamente serve però un aiuto a chi è in grave difficoltà. È questo il senso del reddito minimo».