Regione siciliana, cancellati i controlli su appalti di servizi e forniture: valgono sei miliardi

PALERMO. A parole il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta dichiara di lottare contro la corruzione e di essere impegnato ad alzare muri contro il malaffare. Nei fatti, però, l’amministrazione regionale elimina i controlli su gare e appalti che valgono parecchio: nel 2013 (ultimo anno utile per disponibilità di dati) in Sicilia sono stati richiesti 12.652 Cig (codice identificativo degli appalti che indica il numero reale degli appalti andati in porto) per un importo complessivo di 7,3 miliardi di cui solo il 18% pari a 1,3 miliardi ha riguardato lavori pubblici, mentre tutto il resto (82%) pari a sei miliardi ha riguardato gare per servizi (35% del totale) e forniture (47% del totale). In pratica dal nuovo funzionigramma della Regione spariscono i controlli su tutte le gare d’appalto che riguardano servizi e forniture visto che è stato tagliato fuori il Servizio di vigilanza sugli appalti e sulle stazioni appaltanti di cui è responsabile Vincenzo Pupillo.

Se ne occuperà l’Antimafia regionale
Ed è stato proprio Pupillo a lanciare l’allarme nel corso del convegno sulla corruzione organizzato dal Rotary di Milazzo e che si è svolto sabato. Pupillo ha rilevato come, malgrado le previsioni della legge regionale 12/2011, la riorganizzazione degli uffici competenti, attualmente al vaglio della Giunta, cancelli la vigilanza su servizi e forniture, cioè resterebbero privi di controlli 6 miliardi di euro di contratti pubblici su un totale di 7,3 miliardi. Una questione che lo stesso Pupillo avrebbe infruttuosamente segnalato al direttore del dipartimento sottolineando la necessità di attuare la legge 12 con la costituzione del previsto osservatorio, ma la proposta è rimasta inascoltata. «Mi sento solo e isolato – ha detto Pupillo – e credo che stiano lavorando, come si suol dire, per farmi fuori, trasferendomi ad altro incarico. Non sarebbe la prima volta visto che in passato sono stato tre anni costretto a guardare il computer per aver espresso mie valutazioni su questioni di legalità e di rispetto delle regole che evidentemente non sono piaciute». Un allarme raccolto da Giorgio Assenza, componente della commissione regionale Antimafia, il quale ha annunciato che chiederà al presidente Nello Musumeci di mettere all’ordine del giorno l’audizione del funzionario della Regione siciliana.

Disapplicata la legge 12/2011
La questione è rimasta fin qui conosciuta nell’ambito di una cerchia ristretta di persone, ma è assai delicata visto che con il nuovo funzionigramma si disattende completamente la legge 12/2011 che ha esteso l’attività di vigilanza e controllo a tutti gli affidamenti pubblici, senza alcuna esclusione, di lavori, servizi e forniture e, aggiungendo il termine “comunque acquisite”, ha ritenuto di coinvolgere nell’attività di vigilanza anche l’intera società civile (le imprese, i professionisti, le associazioni e i cittadini). «Ma il cambiamento di rotta culturale si è nuovamente inceppato al momento della riscrittura del futuro funzionigramma, al quale ho partecipato, perché nominato componente e successivamente non coinvolto per via di fondate divergenze con gli altri componenti e con il dirigente generale dell’epoca, siamo ancora nel 2015 – racconta Pupillo -. le divergenze si riassumo in mancata previsione dell’attività di vigilanza sugli affidamenti di servizi e di forniture, benché ancora prevista dalla legge regionale; mancata previsione dell’attività di regolarizzazione in ambito contrattuale; dequalificazione dei servizi che attualmente mi onoro di dirigere alla sola attività di osservatorio dati». Che tradotto in termini concreti si tratta del depotenziamento di quell’ufficio che tutti, con una certa solennità, amavano accostare all’Anac presieduta da Raffaele Cantone.

La replica (con precisazione)

In serata, su Facebook, arriva la precisazione da parte dell’ex direttore generale Fulvio Bellomo: “La notizia è priva di fondamento – scrive -. Nella proposta delle nuove funzioni del servizio 1 del dipartimento tecnico è inserita la vigilanza e controllo sui contratti pubblici e tale proposta è stata approvata dalla giunta di governo il 22 marzo ed è ora all’esame del Cga”. Resta comunque tutta in piedi la questione del potenziamento di questo ufficio che ha funzioni delicate e che, come ha detto Pupillo, necessita di risorse.