Regione siciliana, disegno di legge per le testate locali

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Sostenere un comparto che conta circa 100 emittenti e almeno 2.500 posti di lavoro solo nel settore televisivo tra giornalisti e tecnici e senza contare l’indotto, senza contare le testate tradizionali, le radio e le nuove testate su internet. E’ questo l’obiettivo del disegno di legge presentato da un gruppo di deputati dell’Assemblea regionale siciliana (primo firmatario Leanza) che reca appunto il titolo: Norme per la promozione e il sostegno alle imprese dell’informazione locale. “In mancanza di un’organica disciplina a livello statale – si legge nel testo introduttivo del ddl – spetta alle Regioni perciò adottare interventi che permettano al settore di superare il momento di crisi ed avviare un ciclo virtuoso di rilancio: sono già diverse le Regioni che hanno adottato o sono in procinto di adottare provvedimenti a sostegno del sistema dell’informazione locale. In tal senso la Sicilia, anche in ragione delle peculiarità del territorio e della debolezza del sistema economico che alimenta la raccolta pubblicitaria, non può certo esimersi dall’assumere provvedimenti che vengano incontro alle problematiche delle imprese dell’informazione locale”.
L’articolato, che prevede la copertura degli interventi con i fondi dell’Ue, interviene in varie forme: con contributi in conto interesse e prestazioni di garanzie per il finanziamento degli investimenti, formazione, aggiornamento e riqualificazione del personale, incentivi fiscali e prestazioni di garanzie per le operazioni finalizzate al consolidamento ed al rafforzamento della capitalizzazione, interventi di comunicazione istituzionale da canalizzare tramite le imprese dell’informazione locale; con la concessione di contributi in conto interesse per i mutui stipulati dalle imprese per il consolidamento delle passività onerose; con la concessione di contributi in conto interessi e la prestazione di garanzie per le operazioni di finanziamento finalizzate agli investimenti da parte delle imprese; con agevolazioni fiscali, nella forma di deduzioni Irap, per l’assunzione di personale giornalistico e tecnico.
Chi ne ha diritto? Le piccole e medie imprese che hanno sede legale e operativa sul territorio regionale e che sullo stesso producano almeno il 60% del fatturato, operanti nell’ambito dell’emittenza televisiva, radiofonica, nella stampa cartacea e via web o come agenzie d’informazione.
Molto importante l’articolo 4 che precisa i requisiti per l’accesso ai benefici: a tutela degli operatori e della qualità dei servizi offerti le imprese dovranno risultare in regola coi pagamenti delle spettanze ai lavoratori e degli oneri previdenziali ed assistenziali, disporre di una stabile organizzazione come redazione composta da giornalisti iscritti all’ordine e regolarmente contrattualizzati. “Per ogni ambito – si legge – vengono fissati specifici requisiti relativi all’attività giornalistica autoprodotta ed al relativo personale. Sono escluse dai benefici le testate/emittenti espressione di partiti politici, sindacati, organizzazioni religiose, economiche e di tendenza, nonché quelle i cui prodotti editoriali siano diffusi assieme a prodotti a diffusione nazionale”.
Altra misura interessante quella prevista all’articolo 9 che punta ad assicurare “l’accesso ai benefici alle imprese in stato di crisi, vincolandoli a piani di risanamento e rilancio ed alla tutela dei livelli occupazionali. Alle imprese che procedano al riassorbimento dei lavoratori licenziati, posti in mobilità o che beneficino di trattamento di Cassa integrazione a zero ore vengono concesse, nella misura del 50%, le agevolazioni fiscali di cui all’articolo 7”.
L’articolo 12 introduce la previsione di programmi di comunicazione istituzionale promossi e finanziati dalla Regione sui temi, le decisioni e gli atti di competenza e sul loro processo formativo. Gli interventi dovranno avere carattere di obiettività ed assicurare eguale accesso alle diverse posizioni politiche.
L’articolo 15 prevede la possibilità di attivare appositi “contratti di programma” regionali riguardo alle imprese dell’informazione, prevedendo altresì la possibilità di accedere ai benefici alle imprese di qualsiasi dimensione ovvero al di sopra della soglia per essere qualificate quali Pmi per effetto del collegamento fra le stesse imprese.