Rifiuti, atti illeciti della Regione siciliana e i prefetti che fanno? Interrogazione del senatore Arrigoni

Atti ispettivo. Il senatore Paolo Arrigoni ha presentato un'interrogazione sulla gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia
Atti ispettivo. Il senatore Paolo Arrigoni ha presentato un’interrogazione sulla gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia
La Regione siciliana ha omesso la Valutazione ambientale strategica sul Piano rifiuti per chiedere e ottenere lo stato di emergenza con l’obiettivo illecito di usare il fondi pubblici in deroga alle normative vigenti. E’ il duro atto di accusa contenuto in una interrogazione parlamentare presentata dal senatore Paolo Arrigoni della Lega Nord e segrettario della commissione Ambiente.
Il senatore Arrigoni ha sollecitato i ministeri dell’Interno e dell’Ambiente, con una interrogazione parlamentare, perché sia fatta chiarezza sull’operato dei Prefetti di Palermo, Enna, Caltanissetta e Messina in relazione all’approvazione del bando di gara dell’appalto per il ciclo interrato dei rifiuti della regione Sicilia.
«Il rischio – sostiene Arrigoni – è che non ci sia stato un corretto adempimento formale da parte dei prefetti, ai quali, come disposto dalla conversione del decreto legge 42/2013, spetta il compito di vigilanza e di controllo preventivo sull’operato del commissario”.
Non è chiaro, sostiene ancora il segretario della commissione Ambiente del Senato, «se, come impongono le norme di legge, il parere dei prefetti sia stato richiesto per il provvedimento approvato dal Commissario Delegato. Sembrerebbe, inoltre, che il bando abbia seguito un criterio di assegnazione discrezionale, quello dell’offerta più vantaggiosa, invece del necessario criterio del massimo ribasso. Il senatore ha anche chiesto ai Ministri «che si accerti per quali ragioni ai prefetti di Caltanissetta, Enna, Messina e Palermo sia stato omesso o impedito di sapere del contenuto della disposizione commissariale con la quale si è disposto di limitare gli interventi che necessitano di investimenti con fondi pubblici, prevedendo esclusivamente anticipazioni di capitale».
A proposito della Vas il senatore ha anche ricordato che il servizio per la valutazione di impatto ambientale della Regione siciliana ha comunicato «con nota del 19 dicembre 2013 prot. 55479 all’Ufficio legislativo e legale di aver sospeso le procedure di rilascio della certificazione di valutazione di impatto ambientale (VIA), come conseguenza dell’omesso adempimento della VAS. Il Servizio VIA della Regione ritiene infatti di non poter emettere giudizi di compatibilità ambientale in mancanza del Piano cui fare riferimento. Il Piano tuttavia manca perché la stessa Regione – grazie all’emergenza – omette obblighi e trae benefici con somme pubbliche utilizzabili ad personam, grazie all’emergenza che genera e che utilizza per non dotarsi di un Piano».
Duro il giudizio del senatore: «La circostanza relativa alle condotte descritte risulta ancor più grave poiché la deroga esercitata – consistente nell’autorizzare impianti che fanno riferimento ad un piano non preceduto dalla VAS – è aggravata dal ricorso a procedure ad personam con ingenti risorse pubbliche, per il cui utilizzo le commissioni di gara sono composte da soggetti nominati su base fiduciaria in deroga alla normativa che prevede gare curate dalle stazioni uniche appaltanti. La condotta grave ed omissiva tenuta dalla Regione Siciliana nel settore dei rifiuti si colloca in un contesto nel quale la stessa – fin dall’avvio dell’esame parlamentare del decreto-legge n. 43 del 2013 – ha sollecitato il reiterarsi delle deroghe emergenziali in assenza di programmazione. In sintesi, la Regione chiede di poter derogare a tutto in forza dell’emergenza, ivi compreso al Piano che – con altre procedure di emergenza – è stato approvato nel 2012».