Rifiuti, comincia il percorso all'Ars della legge di riforma in Sicilia. Da Roma: "Illegalità diffusa"

È stato incardinato in commissione Ambiente e Territorio dell’Ars il ddl sulla organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti. Lo rende noto la presidente della commissione Ambiente dell’Ars Mariella Maggio. Il termine fissato per presentare emendamenti al testo è il 30 settembre. “Entro questo lasso temporale – dice Maggio – audiro’ in commissione i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dell’Anci Sicilia con i quali affronteremo le novità contenute nel testo di legge che riguardano la gestione del personale e la governance, ed i vari portatori d’interesse”. “Con il nuovo strumento legislativo – prosegue –  superando la legge 9 del 2010, per molti aspetti rimasta inattuata, verrà meno la frammentarietà della governance, che ha permesso ad alcuni con una pessima gestione, di  far esplodere i mille problemi che vivono oggi cittadini ed i lavoratori del settore”.

“Adegueremo – aggiunge – finalmente le procedure sull’affidamento del servizio, a quelle nazionali ed europee, dando maggiori garanzie di trasparenza e legalità agli appalti e metteremo appunto un sistema di controllo che superi l’attuale giungla delle tariffe. Bisognerà lavorare affinché la legge venga approvata in tempi rapidi per rimettere in linea la gestione dei rifiuti, ma soprattutto per dare risposte ai tanti lavoratori che devono avere in questa legge un importante strumento di tutela. “

“Per completare la strategia di riorganizzazione e di riforma del settore – conclude – è necessario che il governo presenti al più presto il piano regionale dei rifiuti”.

Intanto il Parlamento ha approvato la relazione della commissione di inchiesta sui rifiuti,  nella quale è denunciato che in Sicilia c’è «una illegalità diffusa» ed è «il vero ostacolo alla risoluzione dei problemi».  Per la Commissione Ecomafie in Sicilia «prima ancora che l’ambiente, ad essere inquinato è l’intero sistema di gestione dei rifiuti nella Regione».

Si tratta 362 pagine in cui si citano autorizzazioni irregolari ai principali impianti di smaltimento, gare celebrate scavalcando le previsioni di legge, nomine di dirigenti privi delle competenze in settori strategici della Regione e assenza di controlli.  Secondo i parlamentari, ad esempio, «le procedure di gara sono state avviate in deroga all’obbligo di farle svolgere alla stazione appaltante regionale». La commissione Ecomafie rileva anche che in queste gare «l’aggiudicazione è stata fatta da commissioni composte anche da soggetti estranei all’amministrazione pubblica».  La relazione segnala anche il caso della Aimeri ambiente che «controllata dalla Biancamano svolge la propria attività nel settore della raccolta a Catania, Trapani Enna e Palermo». La società lavora anche in altre città italiane e in Liguria è stata coinvolta una inchiesta – segnala la commissione – per corruzione. E pure la società Tirrenoambiente, che controlla la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, è stata sfiorata da inchieste: attraverso vari incroci azionari risulta far parte «della galassia dell’imprenditore Manlio Cerroni, coinvolto in inchieste giudiziarie nel Lazio». La commissione Ecomafie mostra stupore per «la ricorrenza delle medesime società in diverse inchieste e ciononostante la loro perdurante operatività nel settore». Da qui la proposta di «provvedimenti interdittivi nei confronti delle società in modo da inibire la perdurante operatività nel settore»

I mancati controlli da parte della Regione costituiscono il capitolo centrale della relazione sulle criticità del sistema dei rifiuti: «La vecchia vicenda dei quattro termovalorizzatori e la verifica delle autorizzazioni per le discariche private non solo mostrano quanto i controlli regionali siano stati inesistenti ma dà prova di quanto alla Regione sia ramificata la corruzione». Circa il personale: «In diversi casi le nomine in posti cruciali, decisionali e/o di controllo, sono state effettuate senza tenere in alcun conto le competenze e le professionalità, sulla base di logiche evidentemente estranee al buon andamento della pubblica amministrazione. E la nomina di un soggetto privo di competenze in un ufficio cruciale della Regione può ricondursi o all’incompetenza di chi effettua la nomina, fatto questo gravissimo, o peggio ancora alla sua mala fede, potendo più facilmente essere condizionato». E anche i più recenti provvedimenti messi a punto da Crocetta da giugno in poi sono «una sorta di libro dei sogni che non si trasforma mai in realtà perchè si chiede di fare in sei mesi quello che non si è riusciti a fare in diversi anni».