Rifiuti, ecco come la Regione siciliana viola le regole ambientali

Interrogazione ai ministeri dell’Ambiente, dell’Interno e della Giustizia del senatore Lucio Barani: «L’emergenza serve a gestire con discrezionalità e poca trasparenza milioni di euro di fondi europei?» Il caso Bellolampo

PALERMO – La dichiarazione di emergenza invocata e ottenuta dalla Regione siciliana in tema di gestione dei rifiuti risulta finalizzata a praticare procedure in deroga alle disposizioni legislative ordinarie per le gare d’appalto e per l’uso dei fondi dell’Unione europea e a rinviare l’adozione del piano regionale dei rifiuti e i conseguenti obblighi previsti. Non solo. Ciò avviene nonostante non sia stata ancora avviata la procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica che è prevista a tutela della trasparenza e salute dei cittadini e prevede un’ampia partecipazione da parte della società) né da parte della Regione né da parte del ministero dell’Ambiente: la mancata adozione della Vas, come è noto, può addirittura rendere nulli sul piano giuridico dei provvedimenti in attuazione del piano (autorizzazioni, investimenti pubblici, scelte degli enti locali e così via).

Una previsione normativa contenuta nell’articolo 2 del decreto legge 43/2013 convertito con modificazioni con la legge 71/2013 con cui è stato introdotto l’onere per la regione siciliana di dare esecuzione al piano dei rifiuti approvato con decreto del ministero dell’Ambiente l’11 luglio del 2012. E’ il senso di un’interrogazione ai ministri dell’Interno, dell’Ambiente e della Giustizia presentata nei giorni scorsi dal senatore Lucio Barani, del gruppo Gal: ai ministri il senatore chiede «se intendano attivarsi con iniziative per assicurare l’ottemperanza del decreto ministeriale 13 luglio 2012 che da oltre 17 mesi la Regione siciliana disattende; se intendono impedire il ricorso a ulteriori stati di emergenza che possano causare procedure d’infrazione comunitaria e fattispecie di danno per l’erario; se il ministro dell’Interno intenda avvalersi del coordinamento delle prefetture siciliane al fine di assicurare l’espletamento della procedura Vas prevista dal piano per la gestione dei rifiuti in Sicilia».

A chi conviene l’emergenza?

Dall’interrogazione si evince chiaramente che la Regione siciliana starebbe violando precise procedure di legge. Un esempio su tutti, sostiene il senatore Barani, riguarda la discarica di Bellolampo a Palermo: «Si segnala – si legge nell’interrogazione – che il bando di gara per la discarica di Bellolampo, adottato con ordinanza 157 del 2013, la cui procedura, grazie alle deroghe ottenute dalla Regione, consente di procedere all’aggiudicazione agli stessi uffici regionali emergenziali e non alle stazioni uniche appaltanti come previsto dalla legge regionale 12/2011».

Pesante il giudizio di Barani sull’operato degli amministratori regionali: «La condotta tenuta dalla Regione siciliana non trova alcuna giustificazione, poiché svolge con procedure in deroga gare, con immotivata discrezionalità nella scelta delle commissioni aggiudicatrici che decidono su ingenti risorse Ue (per quanto risulta oltre 32 milioni per il solo bando di Bellolampo), in evidente procedura di infrazione rispetto alla normatiova comunitaria, poiché attuano previsioni di piano non assoggettato a Vas, come previsto dalla normativa». Dubbi pesantissimi quelli sollevati da Barani su cui certamente i prefetti, chiamati a vigilare, avranno acceso i loro fari a garanzia della legalità e della trasparenza delle gare. «La Regione – sostiene Barani – continua a indire gare con procedure emergenziali attingendo a fondi Ue, senza alcuna procedura pubblica, e a ritardare l’adozione definitiva del piano, con ciò inducendo il preciso e concreto modello dell’emergenza nell’emergenza».

Il mancato rispetto dei cittadini

La mancata procedura Vas ha poi ripercussioni notevoli sul piano della legittimità della spesa dei fondi europei poiché «qualora, alla conclusione della Vas, l’autorità competente ritenga che gli impianti che producono rifiuti da portare a combustione non siano compatibili con la procedura Vas, l’uso dei fondi Ue costituirebbe una grave perdita per l’erario» con profili di responsabilità per chi ha operato e autorizzato di non poco conto. Per quanto concerne la trasparenza, Barani sottolinea: «l’omessa esecuzione della procedura Vas impedisce la partecipazione di cittadini, enti e associazioni interessati dalle relative scelte contenute nel piano rifiuti».