Rifiuti in Sicilia, il 14 Gennaio il passaggio dagli Ato alle Srr

Rifiuti in Sicilia, nuova puntata della telenovela. Sarà infatti il 14 Gennaio il passaggio definitivo dagli attuali e disastrosi Ato alle nuove Srr. Lo ha dichiarato l’assessore regionale Vania Contraffatto, ma il condizionale è d’obbligo, dato che in questi due anni più volte la Regione ha annunciato il passaggio e più volte ha dovuto rinviarlo.  Comunque, secondo Contraffatto, il  14 gennaio scadrà la gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti degli Ato e si dovrebbe passare alle nuove società Srr. La  data è stabilita dalla scadenza dell’ennesima ordinanza di proroga degli Ato. E in vista della scadenza dell’ordinanza si è svolta  nell’assessorato regionale all’Energia una riunione indetta dall’assessore  Contrafatto con i commissari regionali delle Srr e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. “È stato un incontro positivo e proficuo – dice l’assessore Contrafatto – in cui abbiamo analizzato le criticità del settore, alla luce della scadenza dell’ordinanza regionale. Ho dato indicazione ai commissari di presentare in tempi brevissimi le dotazioni organiche, in virtù dei loro poteri sostitutivi, così da sbloccare l’avvio di un sistema da troppo tempo fermo e ingolfato. Il rispetto dei tempi dovrà essere tassativo nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori”.

La situazione, al momento, è dal punto di vista normativo e organizzativo, di pieno caos, con situazioni che cambiano di città in città. Nella parte sud della provincia di Trapani i lavoratori devono raccogliere i rifiuti scortati, per evitare che interrompano il lavoro. Gli operai protestano, come dappertutto in Sicilia, per il mancato pagamento di diverse mensilità arretrate.

Per quanto riguarda la governance, la legge 9 del 2010 ha previsto 18 Società di regolamentazione dei rifiuti (SRR) in sostituzione delle vecchie 27 società di gestione (Ato) da porre in liquidazione. Il problema è che quasi tutte le Srr sono state costituite nell’estate del 2013, quindi in ritardo, rendendo spesso necessario l’invio di commissari ad acta della Regione. Molti comuni hanno posto in essere omissioni e ritardi, spesso anche colposi, con il risultato che sono stati commissariati quasi in 200.

Dal 2013 a oggi le Srr hanno eletto i propri organi societari. Soltanto una, la Kalat di Caltagirone (più altri 14 comuni), è pienamente operativa, nel senso che ha avuto approvato Piano d’Ambito e dotazione organica e ha bandito la gara per l’affidamento del servizio. Altre tre Srr hanno avuto approvato dalla Regione sia il Piano d’Ambito ed anche la dotazione organica e devono bandire le gare per il servizio. Accanto a queste, cinque Srr hanno assolto agli adempimenti previsti dalla normativa, ma la giunta ha chiesto approfondimenti. Per quanto riguarda la rimanente parte o non ha presentato nulla oppure è ancora in corso l’istruttoria presso gli uffici regionali.

In tutta la Sicilia ci sono sparsi 11mila lavoratori. E questo è un problema, perchè molti sono stati assunti con metodi clientelari e non corrispondono al reale fabbisogno.  «Le dotazioni organiche devono indicare precisamente funzioni, mansioni, fabbisogno e sostenibilità economica. Non è più il tempo delle furbate»: l’assessore regionale ai Rifiuti, Vania Contrafatto, ha rimesso in discussione tutta la procedura che sta alla base della formazione delle Srr.. Si apre così un caso che riguarda circa 11 mila dipendenti dei vecchi Ato, che stavano transitando «indisturbati» verso le Srr. Gli Ato erano 27, le Srr sono 18 e in questo momento solo 4 (Kalat, Catania metropolitana, Trapani Nord e Messina Eolie) sono del tutto in regola con le procedure per l’assunzione del personale e la gestione del servizio.

Per queste realtà manca solo la gara d’appalto per trovare le aziende private che svolgano materialmente il servizio e che dovranno collaborare nell’assorbimento del vecchio personale degli Ato. Il problema nasce per tutte le altre Srr che hanno semplicemente fatto un’anagrafe dei vecchi dipendenti e accettato che vengano assorbiti.
Una procedura che secondo l’assessorato non può funzionare: serve un piano che preveda la copertura integrale dei costi del personale. Nei giorni scorsi l’assessorato ha bocciato gran parte delle piante organiche che sono pervenute. E la Contrafatto è stata costretta a diramare una nuova direttiva con cui obbliga le Srr a riscrivere gli atti «tenendo conto degli oneri complessivi per il personale, che dovranno essere coperti dalle entrate del piano tariffario.
Pertanto la tariffa dovrà garantire il principio di economicità del piano industriale, incluso il costo del personale». Ma l’assessore avverte anche che non si potrà semplicemente aumentare la tariffa – dunque i costi a carico dei cittadini – per coprire 11 mila stipendi.

Il Tasso di crescita della raccolta differenziata è sotto l’uno per cento, mentre la situazione debitoria degli Ato continua a gravare sulle spalle dei cittadini.  La Sicilia fanalino di coda in Italia per la raccolta differenziata: solo il 12,5% dei rifiuti viene differenziato e ben l’84% finisce in discarica. Oltre alla tariffa più alta a livello regionale, Siracusa detiene anche il triste primato nazionale di provincia meno riciclona, poiché differenzia appena il 2,8%. In compenso la tassa sui rifiuti è altissima, ed è mediamente di 370 euro a famiglia.

Per quanto riguarda invece la collocazione delle sei piattaforme integrate – che comprenderanno anche gli inceneritori voluti dal governo Renzi e sposati da quello Crocetta – annunciate dal governo regionale, saranno le stesse società di regolamentazione dei rifiuti che andranno ad individuare i siti nelle aree d iPalermo, Catania, Gela, Messina, Agrigento ed Enna, tenendo conto del fatto che gli strumenti andranno posti in prossimità degli impianti che già separano la frazione secca da quella umida dei rifiuti.