Rifiuti in Sicilia. Ultimatum alla Regione dal governo, che pensa a due inceneritori…

  Rifiuti in Sicilia. Ultimatum alla Regione dal governo, che pensa a due inceneritori.“Il governo, con un intervento della Presidenza del consiglio dei ministri, proposto dal ministero dell’Ambiente ha attivato, in materia di rifiuti, la procedura di esercizio del potere sostitutivo sul governo regionale siciliano. Troppi ritardi, grave situazione igienico sanitaria e debiti alle stelle. Non si può più stare a guardare”. Lo scrive sul suo profilo Facebook il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. “Entro 30 giorni – spiega – si dovrà ridefinire la perimetrazione degli ambiti territoriali ottimali (Ato) e il numero andrà ridotto da 18 a 5 (isole comprese). Entro 120 giorni dalla nuova perimetrazione, gli Ato andranno resi operativi. Entro 60 giorni, andrà adeguata la legislazione regionale in materia di gestione dei rifiuti urbani e in particolare, andrà organizzato il servizio, scelta la forma di gestione, determinate le tariffe per i cittadini (per quanto di competenza) e criteri di affidamento della gestione e relativo controllo”. “Entro 60 giorni – continua – andrà approvato il piano regionale di gestione dei rifiuti. Se la Regione Sicilia non porterà a temine quanto stabilito nella diffida – aggiunge – il governo nominerà un Commissario per sbloccare questa situazione. Stiamo parlando di una regione, la Sicilia, ultima in Italia per la raccolta differenziata (appena al 9%). Stiamo parlando di discariche al collasso e di debiti che si sono sommati fino a sfiorare i 2 miliardi di euro”.

La risposta di Crocetta: “Faraone forse fa il messo notificatore del Governo – dice – A parte l’ironia, perché non chiamava l’assessore ai Rifiuti invece di fare un comunicato stampa su una decisione che non gli appartiene. “Non occorre che Renzi, nè Faraone ci dicano come fare sui rifiuti”. Replica anche l’assessore ai Rifiuti Vania Contrafatto:“Abbiamo ricevuto la nota questa mattina, ne abbiamo preso contezza. Ora vedremo quali sia la regolamentazione del settore, con le indicazioni che vengono date dalla presidenza del Consiglio dei ministri il cui scopo è identico al nostro: mettere chiarezza e dare soluzioni veloci. Prendo la nota come uno stimolo a fare meglio non come una critica o altro”.

RIFIUTI SPECIALI. A confermare una notizia già nota, ovvero quella relativa all’urgenza di migliorare la gestione dello smaltimento e il riciclo dei rifiuti in Sicilia, arriva la pubblicazione del Rapporto sui Rifiuti Speciali 2015 dell’Ispra. . Secondo quanto rilevato da Ispra, la Sicilia ha fatto registrare delle stime importanti rispetto la produzione di rifiuti speciali con oltre 4,9 milioni tonnellate censite uguali al 17,2 per cento di tutto il Meridione.

INCENERITORI. Nel frattempo il governo Renzi pensa a mettere degli inceneritori in Sicilia. E’ arrivata alle Regioni la bozza di decreto legislativo che attua una delle previsioni del testo dello Sblocca Italia divenuto legge a novembre scorso: quella sugli inceneritori, cioè quegli impianti che bruciano immondizia e producono  energia. Il testo prevede l’autorizzazione di 12 nuovi inceneritori in dieci regioni: due in Toscana e Sicilia, uno a testa in Piemonte, Liguria, Veneto, Umbria, Marche, Campania, Abruzzo, e Puglia. Impianti che vanno ad aggiungersi ai 42 già in funzione e ai sei già autorizzati ma ancora in via di costruzione. «Due Inceneritori in Sicilia? Una follia per assecondare il sistema imprenditoriale che sull´emergenza rifiuti ha costruito il proprio impero. Ci opporremo con tutti i mezzi». Così il gruppo parlamentare M5S all´Ars reagisce con forza al progetto.  «La solita vigliaccata ferragostana – affermano i deputati a sala d´Ercole – che confidando sul solleone e sul clima vacanziero si spera di far passare indenne e sotto silenzio. Ebbene, Renzi & soci hanno fatto male i loro conti. Noi siamo pronti alle barricate». «La logica dello smaltimento, sia in discarica, che in forni termovalorizzatori – afferma il presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino – è ormai bandita anche dall´Unione europea, che già un anno fa dichiarava di voler aggiornare le nuove direttive sul principio dell´economia ´circolare´, secondo cui la materia non viene mai distrutta del tutto, ma recuperata e reimpiegata infinite volte».