Riforma delle Autorità portuali, la Regione Sicilia ci ripensa: nessuna obiezione

Ancora una volta il governo Crocetta annuncia tuoni e fulmini contro le decisioni di Roma, e poi si ritira in buon ordine. Accade questa volta per la riforma delle Autorità portuali. Crocetta aveva annunciato il finimondo, perché la Sicilia esce da questa riforma fortemente penalizzata. Ma alla fine nessuna osservazione ufficiale è stata presentata dalla Regione Siciliana entro il termine del 31 Marzo alla conferenza Stato – Regioni. Adesso restano 2 mesi di tempo dopo la pubblicazione del decreto per presentare istanza di moratoria. La Sicilia è l’unica Regione a non aver presentato le osservazioni al Piano strategico dei porti, così come richiesto.

L’8 Febbraio, dopo l’approvazione della riforma da parte del Consiglio dei Ministri, Crocetta aveva annunciato ricorso per incostituzionalità.  Invece non ha fatto nulla.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha deliberato condiziona il proprio parere positivo allo schema di decreto-legislativo in itinere recante “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità’ Portuali” , all’accoglimento di alcuni emendamentiie all’impegno politico del Governo di individuare, d’intesa con le Regioni, nell’ambito di un tavolo tecnico istituito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo, soluzioni normative ai seguenti temi finalizzati a un’efficace attuazione delle finalità del decreto-legislativo così come degli obiettivi strategici del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica:

– istituzione sul territorio nazionale di ambiti logistici di area vasta, anche interregionali, costituiti con accordi quadro redatti sulla base di uno schema unitario da parte di tutti i soggetti pubblici e privati che partecipano allo suo sviluppo, non solo Regioni e AdSP afferenti a un medesimo ambito logistico, ma anche i gestori dei nodi logistici e le aziende nazionali competenti in materia di infrastrutture ferroviarie e infrastrutture stradali, nonché le aziende gestori di aeroporti che svolgono servizi cargo;
– possibilità di estendere alle aree retroportuali di ciascun Distretto Logistico i regimi fiscali e doganali applicati ai porti del medesimo distretto;

– possibilità di trasformare nel tempo le AdSP produttivamente più forti in una forma giuridica capace di fornire strumenti organizzativi e di governance più snelli e flessibili al fine di consentire ai nostri scali maggiori di competere con i porti europei di successo, come ad esempio quella di S.p.A. pubblica partecipata dal MIT, dalla o dalle Regioni e dagli enti locali interessati;
– intervento sulle regole del dragaggio per evitare possibili equivoci interpretativi sulle norme da applicare ai materiali da dragare, nonché la sovrapposizione di norme apparentemente in contrasto e la conseguente duplicazione dei procedimenti e delle caratterizzazioni;
– introduzione di procedure speciali volte a garantire l’operatività dei porti ad accesso regolato, al momento rappresentato dal solo porto di Venezia in relazione alla gestione futura del MoSE.

Ricordiamo che sono istituite quindici Autorità di Sistema Portuale:
a) del Mare Ligure occidentale;
b) del Mare Ligure orientale;
c) del Mar Tirreno settentrionale;
d) del Mar Tirreno centro-settentrionale;
e) del Mar Tirreno centrale;
f) del Mar Tirreno meridionale e dello Stretto;
g) del Mare di Sardegna;
h) del Mare di Sicilia occidentale;
i) del Mare di Sicilia orientale;
1) del Mare Adriatico meridionale;
m) del Mare Ionio;
n) del Mare Adriatico centrale
o) del Mare Adriatico centro-settentrionale;
p) del Mare Adriatico settentrionale;
q) del Mare Adriatico orientale.