Riforma Pubblica Amministrazione. Ecco cosa cambia con la nuova legge

Riforma Pubblica Amministrazione. Ecco cosa cambia con la nuova legge. L’Aula del Senato ha approvato la delega sulla P.A, che dovrà dunque essere ora integrata dai decreti attuativi, con 145 voti a favore, 97 contrari e nessun astenuto. La legge delega è stata “salvata” dalle opposizioni, che hanno garantito il numero legale al Senato di 150 voti: sono stati i 97 “no” a consentire che il provvedimento venisse approvato, dal momento che se i contrari non avessero votato, la riforma non sarebbe passata. A favore della delega hanno votato Ap e Pd. Si sono detti contrari al ddl M5s, Fi, Ln, Cri, Sel, Gal ed Ala.


Soddisfatto Renzi

Esulta il premier Matteo Renzi su Twitter. Il testo, contestato dai sindacati soprattutto per il taglio dei permessi e i distacchi dei sindacalisti, prevede il riordino dei servizi pubblici locali, la razionalizzazione delle partecipate pubbliche e delle camere di commercio. Previsti anche il riordino della dirigenza e sfoltimenti negli uffici di governo a partire dalle prefetture. Tra le novità anche l’assorbimento del Corpo forestale tra i ranghi delle altre forze di polizia. Il governo dovrà adottare entro 18 mesi un nuovo testo unico sul pubblico impiego.

I punti principali:

PARTECIPATE: riduzione delle società e dei servizi pubblici locali con accorpamento e tagli e nuove regole sulle nomine.

DIRIGENTI: gli incarichi avranno durata quadriennale, ma rinnovabile. Potranno essere licenziati se l’ultimo incarico ricoperto viene valutato negativamente. Per evitare il licenziamento potranno accettare il demansionamento. Carriera e retribuzione verranno valutate in base al merito. Stop ai dirigenti condannati dalla Corte dei Conti.

FORESTALE: il ddl pone prevede lo smembramento del Corpo Forestale dello Stato che dovrebbe confluire nei Carabinieri. La parte che si occupa di antincendio sarà accorpata ai Vigili del fuoco.

AUTHORITY: possibilità di soppressione degli istituti superflui, che svolgono compiti già assolti da uffici ministeriali.

TRASPORTI: Le funzioni svolte dal Pubblico registro automobilistico (Pra) saranno trasferite presso il Ministero delle Infrastrutture. Viene stabilito un riordino delle Capitanerie di porto.

NUMERO UNICO PER EMERGENZE.
Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale. Addio a tutti gli altri numeri (come 113, 115 e 118).

FARO SU ‘FILE’ IN SANITÀ. Niente più ombre sui tempi medi di attesa per visite specialistiche, analisi o referti. Ciascuna struttura dovrà pubblicare i dati sulla durata tipo.

PREFETTURE: Riduzione degli uffici. Le funzioni residue saranno accorpate all’Ufficio territoriale dello Stato, che fungerà da raccordo tra PA e cittadini.

FREEDOM OF INFORMATION ACT ITALIANO: Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A. Lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, così da rendere possibile un controllo a 360 gradi anche sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

CAMERE DI COMMERCIO: saranno quasi dimezzate da 105 a 60, con soglia minima di 75.000 imprese iscritte al registro.

PRATICHE DIMEZZATE PER OPERE INTERESSE GENERALE: Un ‘taglia burocrazia’, al fine di semplificare ed accelerare, fino al dimezzamento dei tempi, le operazioni in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o di interventi con effetti positivi sull’occupazione.

DIGITALIZZAZIONE: La riforma prevede che il governo si impegni a garantire il diritto di accesso dei cittadini e delle aziende ai dati e ai servizi in formato digitale. L’articolo 1 include la Carta di cittadinanza digitale, che stabilisce dei livelli minimi di qualità dei servizi della pubblica amministrazione online.

Renzi: «Io ci provo»
«Ci sono due Italia: una che ci prova e una che si lamenta solo. Certo c’è tanto da cambiare al sud come al nord, ci sono tanti problemi ma c’è tanto che funziona. E a me pagano per provarci». Così il premier Matteo Renzi, in visita in Giappone, ha replicato nuovamente alle polemiche sul Mezzogiorno. «Il sud è l’accordo su Carinaro – elenca Renzi – Pompei, Reggio Calabria dove abbiamo convinto Hitachi a tenere aperto lo stabilimento, l’Ilva con il decreto per ripartire». Botta e risposta Saviano – Renzi


Parlando con i giornalisti nel viaggio in treno tra Tokyo e Kyoto, Renzi è tornato anche sugli attriti con la minoranza Pd: «Le polemiche quotidiane della minoranza, che è una parte della minoranza di un anno fa e che nonostante i numeri non ha impedito di approvare le riforme, lasciano il tempo che trovano. Il parlamento sta lavorando come mai dal ’48. Basta vedere dove stavamo un anno fa, con l’economia in discesa, e dove siamo ora». Le riforme, ha detto il premier, «ci sono costate scioperi e polemiche continue, i dati del consenso non sono più alti come l’anno scorso ma noi abbiamo l’imperativo di cambiare l’Italia. Vedrete dove saremo tra un anno». Le foto della visita del premier in Giappone

Il premier ha infine annunciato che il governo è pronto a indicare “domani mattina”  «i nomi di dg e presidente della Rai. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia». Poi ha aggiunto: «Non c’erano alternative temporali al rinnovo, la prorogatio si spiega male per un’azienda da 3 miliardi. La forzatura sarebbe stata non rinnovare il cda. Ora il gioco è in mano al Parlamento con la Vigilanza».