Roma scippa alla Sicilia 40 milioni di euro dei diritti di motorizzazione

Mentre il governo regionale a Roma batte i pugni per i 10 milioni all’annol egati ai tributi della revisione delle auto, già perduti dal 2011, altri 40 milioni all’anno stanno per prendere la via di Roma, a partire dal 31 marzo e nessuno sembra far niente. La scadenza è fissata chiaramente in una circolare del ministero dei Trasporti (2 febbraio prot. 2533), che impone alle agenzie del settore l’uso esclusivo del sistema informatico nazionale, Il Portale dell’automobilista, gestito da Poste Italiane, che consente unicamente il versamento dei diritti su conti correnti intestati al ministero e non più su quelli della Regione.

Questa disposizione, che riguarda ben 1500 imprese, tra studi di consulenza e autoscuole siciliane abilitate al disbrigo delle pratiche automobilistiche, comporta che dal 31 marzo in poi, la Sicilia perderà gradualmente tutte le entrate relative ad immatricolazioni, targhe e passaggi di proprietà e le altre svariate tipologie di operazioni che riguardano auto, motocicli e mezzi pesanti. Per un totale che potrebbe arrivare a 40 milioni di euro annui. Il governo regionale dovrebbe opporsi a questa nuova circolare ma già in passato non l’ha saputo fare in modo efficace per ragioni mai spiegate.

«Si stanno avverando le nostre peggiori previsioni» accusa Maurizio Franchina, portavoce dell’associazione Sicilia e Legalità, che lo scorso settembre aveva denunciato lo scippo dei primi 10 milioni, legati alle operazioni di revisione dei mezzi, inviando un atto di diffida alla Regione per astenersi dal recepire ogni provvedimento che penalizzi ulteriormente l’Isola in questo settore. Ed un nuovo atto è già pronto a partire.

«Si sta arrivando al paradosso che una regione di Italia che paga di tasca sua tutte le spese relative alla gestione della motorizzazione, dipendenti compresi, non può più incassare i tributi connessi a questo onere. E l’intento legittimo del ministero di prevedere un collegamento al sistema informatico nazionale (Ced) – spiega ancora Franchina – per uniformare le procedure, si sta trasformando in uno scippo con l’illegittima affluenza nei conti ministeriali di tributi regionali, in violazione delle prerogative statutarie».

«La vicenda – precisa il portavoce – origina da gravi e inspiegabili errori della Giunta Lombardo, e su cui ancora non è stata fatta piena luce, commessi in occasione della emanazione della prima circolare ministeriale. La Regione non è stata, allora, in grado di opporsi efficacemente, perché sollevando il conflitto di attribuzione presso laCorte costituzionale ha commesso un errore di notifica. Tale ricorso, peraltro, non è stato successivamente ed inspiegabilmente riproposto. Ciò significa che non c’è mai stato alcun pronunciamento sulla pertinenza dei diritti di motorizzazione. Fino a quando non verrà risolto tale contenzioso – conclude – la Regione non deve assolutamente recepire la circolare n.2533 del 2 febbraio, consentendo alle agenzie di operare con le attuali modalità».