Sanatoria nascosta: Corte costituzionale boccia norme siciliane

Una sanatoria “nascosta” nella legge regionale approvata dall’Assemblea siciliana lo scorso agosto per recepire il testo unico dell’edilizia. E’ quanto emerge dalla sentenza della Corte costituzionale che ha accolto l’impugnativa di alcune norme promossa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nei confronti di alcune norme contenute nella legge.
Cassati due commi che prevedevano che “il responsabile dell’abuso, o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della presentazione della domanda” e nella parte in cui “si pone un meccanismo di silenzio-assenso che discende dal mero decorso del termine di novanta giorni dalla presentazione dell’istanza al fine del rilascio del permesso”.
“Questo significava – dice il leader dei Verdi, Angelo Bonelli – che chi aveva commesso l’abuso edilizio avrebbe potuto sanarlo nel caso in cui il Comune avesse modificato il piano regolatore o le norme tecniche edilizie. Un condono edilizio vero e proprio con il voto a favore di Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri e con la responsabilità di Rosario Crocetta.”
“Il governo nazionale, meritoriamente, ha impugnato presso la Corte Costituzionale la legge e noi Verdi avevamo presentato una memoria alla Corte – aggiunge Bonelli – Questa legge avrebbe potuto sanare 2 milioni di metri cubi di cemento abusivi. Attendiamo ora che anche la legge nazionale che blocca demolizioni sia bocciata. Troppe Regioni in questa materia legiferano fuori dalla costituzione stimolando nuovo abusivismo invece che fermarlo, riconosciamo al governo su questa materia un ruolo rigoroso a tutela della costituzione e dell’interesse pubblico”.