Sanità e bilancio, schiarita nella maggioranza alla Regione dopo il vertice di ieri

Il vertice di maggioranza di ieri alla Regione ha visto tutti (tranne i socialisti) intorno ad un tavolo per parlare di sanità. Il clima, dicono gli intervenuti, è stato positivo. E Crocetta è riuscito a rinviare il rimpasto chiesto dagli alleati. Circa la sanità, è stato ribadito che non c’è alcun piano, ma solo una bozza, e Crocetta si è impegnato per chiedere al governo nazionale comunque l’attuazione della pianta organica per la sanità in Sicilia, quanto meno per l’emergenza – urgenza (3000 posti sui 9000 che dovrebbero essere messi a concorso). Per Gucciardi, “bisogna soprattutto salvaguardare le periferie”.

Il presidente ha chiarito che “non esiste attualmente alcun piano di rete approvato, né dalla giunta né dall’assessore e che, le ipotesi circolate in questi giorni, sono proiezioni tecniche derivanti dall’applicazione del decreto Balduzzi”.
Crocetta ha garantito che verranno avviati confronti con sindaci, manager, operatori sanitari, sindacati dei lavoratori, categorie professionali e Parlamento, per discutere i criteri di ottimizzazione della rete. “Un piano sulla sanità – ha detto il presidente – non può essere un mero fatto burocratico, occorre il confronto coi territori, partendo proprio dalle periferie”. Un primo confronto avverrà giovedì quando Crocetta e Gucciardi incontreranno tutti i manager della sanità siciliana. Crocetta ha comunque ammesso che esiste una bozza che rappresenta solo la base di una discussione “che dovrà essere migliorata con l’apporto delle comunità locali”.
Affrontato anche il tema di ospedali come, ad esempio, quello di Cefalù, che “si intende ulteriormente valorizzare e per il quale persino nella bozza di piano, non esiste alcuna ipotesi di ridimensionamento”. Particolare urgenza ha assunto la questione del reclutamento del personale, prioritaria rispetto all’applicazione della nuova rete, prevista per il 2018. Nei prossimi giorni il presidente Crocetta e l’assessore Gucciardi invieranno una nota alla Presidenza del Consiglio, per consentire alla Regione di dotarsi delle risorse umane necessarie per le emergenze e garantire i livelli essenziali di assistenza obbligatori.
Non si è discusso, come paventato dal gruppo Ncd, di rimpasto della giunta. Il presidente della Regione ha infatti voluto congelare la questione, che peraltro era stata sollevata dai “cespugli” della maggioranza. Solo con queste assicurazioni il gruppo di Angelino Alfano ha accettato di sedersi al tavolo della maggioranza.

Il fatto è che comunque il piano di riordino della rete ospedaliera esiste, eccome. Non è stato ancora deliberato dalla giunta, non è vero che si trattava di uno schema generale, di una simulazione. Queste carte sono state trasmesse nei mesi scorsi dall’assessorato al Ministero della Salute. E sono state esaminate dai tecnici del Ministero. Poi la Giunta ha fatto dietrofront dopo le prime polemiche.

Il ritrovato clima di serenità (o, se preferite, la tregua) ha permesso anche alla manovrina finanziaria in discussione all’Ars di proseguire il suo cammino dopo i giorni di incertezza, con molti banchi vuoti.  La norma di maggiore peso approvata ieri è quella che offre un paracadute ai dipendenti che erano impiegati nelle partecipate e in enti regionali chiusi o in liquidazione: Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit e Cerisdi. Almeno 130 persone transiteranno nella Sas, la più grande partecipata regionale che diventa sempre più un contenitore di precari e dipendenti in arrivo da enti in crisi. Questo personale potrebbe andare anche all’Irfis. Anzi, formalmente i 130 finiscono in un albo da cui Sas e Irfis attingeranno per svolgere nuovi compiti. E per questi nuovi compiti c’ è già un finanziamento: 2,7 milioni.