Sanità, Borsellino: «A giugno in vigore le nuove tariffe»

PALERMO – L’unica via per risparmiare in sanità garantendo comunque qualità è quella di razionalizzare i costi esternalizzando i servizi “no core”, ovvero la parte non strettamente sanitaria ma di servizi di pulizia, manutenzione, vigilanza, servizi alla persona ecc. Ma soprattutto serve una rivoluzione nella valutazione di questi servizi e un cambio di passo nella stesura dei contratti. La via è tracciata ed è possibile che ciò avvenga anche attraverso la gestione su base regionale della centrale unica degli acquisti: un cambio di passo che può portare un risparmio medio sui costi del 10 per cento almeno sul fronte del cosiddetto facility management. Il dato è emerso nel corso del convegno “Razionalizzazione della spesa in sanità: ruoli e percorsi verso l’efficienza” che si è tenuto a Palermo. Un incontro organizzato dalla Idem in collaborazione con alcune importanti aziende del settore come Pfe e ovviamente Fise-Anip aderente a Confindustria e la Scuola nazionale dei servizi. Ed è stato proprio Alberto Ferri, presidente della Fondazione scuola nazionale servizi, a spiegare qual è la strada da percorrere per ottenere risparmi senza pregiudicare la qualità: definire una nuova formula di contratto e utilizzare come sistema l’open facility management che prevede un tavolo di partnership cui partecipino tutti gli attori e in cui vi sia una certa flessibilità rispetto ai nuovi bisogni.
Un discorso, quello di Ferri, che si inserisce in un ambito, quello siciliano, che ha necessità di realizzare grandi risparmi anche grazie al colloquio costante con i privati: sia sul fronte delle cliniche private che su quello dei consumi o dei cosiddetti servizi alla persona. Sul piano della collaborazione con i privati esistono in Sicilia esempi positivi come la gestione della Rsa (residenza sanitaria assistita) di Piana degli Albanesi che Pfe insieme ad altri gestisce dopo aver vinto un appalto bandito dalla Asp di Palermo: in questo caso i privati si sono impegnati a garantire uno standard di qualità a un prezzo concordato per posto letto e dunque spetta alle imprese trovare il sistema migliore sul piano della produttività del personale ma anche per esempio sull’efficientamento energetico della struttura per avere margini migliori. Il contratto, dunque, è fondato su uno scambio alla pari: la Asp ha il servizio mentre l’azienda guidata da Salvatore Navarra si impegna a garantire qualità ed efficienza nella logica imprenditoriale.
Il fronte dei risparmi in sanità, in Sicilia, è molto caldo come hanno dimostrato gli interventi di Barbara Cittadini presidente regionale dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e dell’assessore alla Sanità Lucia Borsellino che ha annunciato: «Quest’anno per la prima volta da quando esiste il sistema sanitario nazionale così organizzato – ha detto l’assessore – abbiamo assistito a un definanziamento proprio mentre ci si accingeva a raccogliere i frutti del lavoro svolto. Così ora ci troviamo a pensare a una nuova programmazione triennale che io non chiamerei piano di rientro ma di consolidamento e sviluppo». Gli operatori del settore, però, hanno già compreso che la regione si accinge a fare nuovi tagli per evitare un possibile deficit. E poi l’assessore ha annunciato: «Da giugno anche in Sicilia entreranno in vigore le tariffe previste dal cosiddetto decreto Balduzzi: un nuovo tariffario che dunque aggiornerà quello attualmente in vigore». A al vicepresidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro che chiedeva l’applicazione della cosiddetta direttiva emanata dall’assessore all’Economia Luca Bianchi in tema di pagamenti alle imprese: «Anche in questo caso – ha detto l’assessore – mutueremo nel sistema sanitario la direttiva di cui si è detto».

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