Sicilia, ai privati edifici pubblici di pregio: ville, caserme e non solo. Riunione Demanio – Sindaci

Una tavola rotonda  si è svolta  a Palermo, a palazzo Steri, tra il direttore dell’Agenzia del demanio Roberto Reggi, i sindaci e gli assessori dei Comuni di Palermo, Catania, Messina, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa e di quelli isolani di Favignana e Ustica. L’obiettivo è procedere alla vendita ai privati di beni immobili del demanio non utilizzati: ex caserme abbandonate che potrebbero trasformarsi in nuove strutture utili alle città; ville e palazzi di proprietà dei Comuni che grandi holding private potrebbero prendere in concessione  per trasformarli in alberghi. Ampio spazio è stato dedicato al progetto “Valore Paese–Dimore”. Questa iniziativa ha l’obiettivo di sottrarre dal degrado immobili pubblici di pregio, di cui la metà di proprietà dello Stato e l’altra metà degli enti Locali, quali ville, palazzi storici, castelli, carceri, caserme, fari, e altre strutture dell’Isola e riutilizzarli a fini turistico-culturali, grazie all’investimento di risorse private. I fari, ad esempio, saranno affidati in concessione per un massimo di 50 anni a privati, grazie ad un bando di evidenza pubblica che partirà in autunno. In questo portafoglio di beni, spiccano i quattro fari siciliani di proprietà dello Stato: quello di Brucoli ad Augusta (Sr), il faro Capo grosso sull’isola di Levanzo (Tp), il faro di Murro di Porco (Sr) e il faro di Punta Cavazzi ad Ustica (Pa). A questi si aggiungono il Castello Nelson a Bronte (Ct), di proprietà del Comune, che, una volta concesso ai privati, potrebbe diventare una struttura turistica; il Grande Albergo dell’Etna a Ragalna (Ct) e Villa Manganelli a Zafferana Etnea (Ct) di proprietà dell’Ente Parco dell’Etna. Tra le altre dimore anche la Collegiata dei Ss. Pietro e Paolo a Castelvetrano (Tp), i Ruderi della Chiesa di Santa Caterina ad Assoro (En), l’Ostello della Gioventù e la Torre di Federico II a Castroreale (Me), la Frazione Libertinia a Ramacca (Ct), l’ex Collegio della Sapienza di piazza Magione a Palermo, e così via. Nel corso dell’incontro sono state illustrate, inoltre, alcune possibilità offerte dall’art. 26 dello “Sblocca Italia”, che permette ai Comuni di richiedere immobili statali, non utilizzati, da poter destinare a finalità pubbliche e sociali. Tra le iniziative presentate dall’Agenzia del demanio, anche la possibilità data ai Comuni di poter vendere ai privati palazzi storici ed edifici abbandonati e nel degrado, non destinati ad uso abitativo, di proprietà comunale. Sono circa venti gli Enti locali e i Comuni siciliani che si sono candidati a dismettere oltre cinquanta immobili pubblici abbandonati, ma di notevole pregio. La vendita, secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità, potrà avvenire tramite trattativa privata ovvero, per gli anni 2015, 2016 e 2017, mediante procedura ristretta alla quale sono invitati a partecipare e a presentare offerte di acquisto investitori qualificati definiti con decreto direttoriale del ministero dell’Economia e finanze.