Sicilia, bilancio approvato non ancora pubblicato: perché? E la Regione vende i cavalli…

Il bilancio in Sicilia è stato approvato all’Ars due settimane fa, ma non è ancora pubblicato. Perché?  Sono passate quasi due settimane dall’approvazione all’Ars di bilancio e Finanziaria, ma i documenti restano misteriosamente chiusi negli uffici regionali e non sono ancora stati inviati per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Un ritardo senza precedenti che pone tanti interrogativi, getta ombre fitte sui conti siciliani e blocca la spesa. E’ un “ulteriore colpo alla credibilita’ di una classe politica siciliana ormai ridotta al lumicino”, secondo la Fp Cgil Sicilia. Ogni giorno di ritardo mette a rischio i pagamenti degli stipendi dei regionali, i trasferimenti delle risorse agli enti locali, e’ l’allarme del sindacato che si dice “fortemente preoccupato” e chiede “immediata chiarezza” su quella che definisce una “inspiegabile omissione”.

La verità, secondo le voci di corridoio, è che da Roma ancora non si decidono a dare alla Sicilia i famosi 500 milioni di euro di aiuti che erano stati promessi in cambio dei tagli effettuati. Questi soldi sono inseriti nel documento contabile, ma non ancora nelle casse siciliane. Mezzo miliardo iscritto nel bilancio 2016 che la Sicilia attende da Roma a titolo di anticipazione sugli accordi Stato-Regione e che si ritiene sia quasi impossibile che arrivino nelle casse regionali, perche’ sottoposti, secondo alcune valutazioni, a una sorta di condizione sospensiva. Inserire i 500 milioni in bilancio ha comportato la necessita’ di congelare un importo corrispondente di spesa fino al realizzarsi del presupposto giuridico che ne consenta l’effettiva quantificazione, l’assegnazione del contributo e’ associata alla condizione di un aggiornamento dell’intesa tra lo Stato e la Regione in materia di obiettivi di contenimento della spesa per il 2016. Da qui il rischio di una impugnativa.

L’ex vice segretario generale dell’Ars, Salvatore Di Gregorio, ha dichiarato ad una agenzia stampa che “è difficile che questi soldi vengano consegnati dallo Stato senza che siano aggiornati e riconsiderati altri contenuti economici dell’intesa tra le due istituzioni”, con un inevitabile aggiornamento dell’intesa tra lo Stato e la Regione in materia di obiettivi di contenimento della spesa per il 2016. Aggiornare l’accordo secondo Di Gregorio “significa riconsiderarne i contenuti per negoziarne altri e modificare la norma che fissa gli attuali obiettivi di spesa pattuiti. Non è infondata dunque la tesi di chi la valuta come una condizione sospensiva che non consentirebbe l’impiego delle risorse a prescindere dal perfezionarsi del presupposto di legge che ne condiziona l’assegnazione”.
Afferma Vincenzo Figuccia, di Forza Italia: “Questo ingiustificabile ritardo provocherà disagi ai comuni che devono chiudere i bilanci di previsione entro il 31 marzo e soprattutto alla platea dei lavoratori del bacino Pip ed ai Forestali. I primi già non hanno percepito l’indennità di febbraio e non si può consentire che arrivino a Pasqua senza quella di marzo, mentre per i Forestali il rischio è quello di non vedere pubblicate le graduatorie entro il 15 marzo e di ritrovarsi senza blocco del turn over. Il governo Crocetta batta un colpo e faccia qualcosa perché ciò non accada”.
Intanto, la Regione siciliana cerca di fare cassa vendendo il possibile, e così mette all’asta sette cavalli. Che la Regione possieda cavalli non deve meravigliare. La Regione Siciliana ha avuto di tutto, nella sua storia. Una volta furono acquistate pure due orche… Per quanto riguarda i cavalli, si tratta di un’asta pubblica che si terrà il prossimo 20 aprile a Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento e se li aggiudicherà il miglior offerente. Sono quattro puledri, due fattrici e un castrone tutti di razza “franches-montagnes’”. Gli importi a base d’asta per ognuno dei cavalli varia da 430 a 700 euro. Venti euro il rilancio minimo.