Sicilia, cambia ancora la legge sulla riforma delle province. Continuano le proteste contro i tagli in Finanziaria

Cambia ancora il testo della legge che dovrebbe portare di qui a breve la Sicilia all’abolizione definitiva delle province. Si tratta di una riforma annunciata all’inizio del suo mandato dal governatore Crocetta, ma ancora a metà del guado. Le provincie sono state cancellate, al loro posto ci sono i Liberi Consorzi, ma ancora non si capisce quanti saranno – rispetto alle nove province regionali – quali funzioni e quali organi avranno. Nel frattempo il resto d’Italia ha applicato la legge Delrio, che mantiene le province ma le svuota, di fatto, di ogni organo politico.  Nell’ultimo vertice di maggioranza, pare si sia trovato un accordo fra le diverse scuole di pensiero. I liberi consorzi saranno sei. A questi si aggiungeranno tre città metropolitane (Catania, Palermo, Messina). Adesso si lavora affinché l’Ars, il 18 Febbraio, abbia un testo sui cui discutere, che sia a metà strada tra la legge Delrio (Pd e Udc non nascondono che avrebbero preferito che la legge venisse recepita in toto) e le intenzioni del governo Crocetta. Il nuovo assessore, Ettore Leotta, dunque, sta scrivendo un nuovo testo, nel quale cambiano diverse cose. Ad esempio, cambia il tetto del numero di abitanti necessario affinché i Comuni di un territorio possano costituire un “libero consorzio”. Da 150.000 si passa a 180.000. Questo serve per scoraggiare la nascita di piccoli consorzi, dicono. I consorzi di partenza, come dicevamo saranno non nove ma sei, più tre aree metropolitane. Ancora, cambia il modo di elezione del presidente del libero consorzio. Mentre nella prima bozza veniva scelto dai Sindaci dei Comuni aderenti, adesso nella votazione sono inclusi anche tutti i consiglieri comunali. L’opposizione però chiede che si introduca l’elezione diretta da parte dei cittadini.

Quella della riforma delle province è la prima sfida per Crocetta, in un semestre che dovrà essere caratterizzato, nelle intenzioni del governatore, da profonde riforme, secondo quanto accordato con il governo nazionale. Superato lo scoglio dei liberi consorzi, entro febbraio, da Marzo in poi si aprirà il dibattito sulla manovra finanziaria, che già, per i tagli drastici che prevede, allarma parti sociali e sindacati. A protestare sono anche i Sindaci, che lamentano il calo dei trasferimenti da parte del governo nazionale e l’intenzione di Crocetta di tagliare ancora sulle risorse agli enti locali. I Comuni siciliani lamentano che la Regione nel 2014 deve ancora trasferire loro 400 milioni di euro, destinati principalmente alla stabilizzazione del personale precario. Altri temi sul piatto: la gestione dei rifiuti, l’Imu agricola, gli appalti da sbloccare per depuratori e reti fognarie.Tagli previsti anche al personale del Corpo Forestale. Almeno 600 dipendenti perderanno la loro indennità aggiuntiva mensile che oscilla tra 400 e 600 euro. Si tratta di un’indennità speciale che, attualmente, prendono in Sicilia tutti i dipendenti del Corpo Forestale che non indossano la divisa, cioè gli amministrativi . Nel disegno di legge di stabilità saranno incluse norme (vere e proprie riforme), come la semplificazione amministrativa; e norme sulla solidarietà sociale che saranno messe a punto dall’assessore Caruso. Inoltre, sarà rafforzato il dipartimento Progranmmazione, guidato da Vincenzo Falgares. È prevista la creazione di un ufficio destinato ad aiutare i Comuni nella programmazione dei fondi europei 2014-2020. L’assessore alle Attività produttive, Vancheri, lavora su alcune norme per facilitare l’accesso al credito delle imprese. Inoltre, le imprese che assumeranno precari avranno diritto ad un bonus; un bonus con contratto di ricollocazione è previsto per l’assunzione di lavoratori particolarmente svantaggiati. Per i bonus sono disponibili circa 15 milioni di euro a valere sui fondi europei 2007-2013.