Sicilia, Coldiretti contro l'import di formaggi

Dal 2007 al 2013 l’importazione di prodotti lattiero caseari in Sicilia è aumentata. Si è passati da quasi 63 milioni di euro di 6 anni fa ad oltre 84 milioni. Lo  affermano il presidente e il direttore regionale della Coldiretti, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione che denunciano: il tutto avviene a scapito delle aziende zootecniche siciliane che non riescono a vendere la loro produzione in modo remunerativo. Sulle tavole siciliane arrivano preparati alimentari, formaggi da tutto il mondo e fortunatamente le forze dell’ordine vegliano su truffe e falsi e sui furbetti tutelando i consumatori oltre che gli agricoltori.

Il comparto zootecnico – dicono i due – subisce ogni giorno attacchi anche da parte di attività illecite nazionali come ha dimostrato l’operazione della Procura di Parma e dei Carabinieri dei Nas che hanno impedito che 2.400 forme di parmigiano reggiano a rischio contaminazione finissero in commercio. Il tutto mentrel’Isola disperde un patrimonio di formaggi anche a denominazione di origine protetta. Alcune produzioni sono uniche – aggiungono – basti pensare al “Maiorchino” o al “Piacentinu” per arrivare al “Pecorino”, fiore all’occhiello della maestria casearia siciliana.

Bisogna mangiare bene e per questo la vendita diretta offre maggiori garanzie – concludono Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione -.Non mancano poi alcune specialità innovative come le mozzarelle di mucca “fatte a mano” del ragusano o i tanti formaggi spalmabili prodotti nelle zone di Palermo per arrivare agli stagionati dei Nebrodi.