Sicilia, commercio: crisi dei consumi, licenzia anche Sma

La nota catena di supercati Sma ha ufficializzato «l’intenzione di voler dare avvio alla procedura di riduzione di personale, ritenendo in esubero 122 unità impiegate sui punti di vendita del territorio siciliano», che occupano 1.001 persone in 36 strutture nelle province di Catania, Messina, Palermo, Siracusa e Trapani.
Dalla sede amministrativa di Misterbianco fanno sapere che la scelta nasce dalla crisi dei consumi, che ha portato «una significativa riduzione dei livelli di redditività aziendale e la conseguente, crescente, incidenza dei costi di struttura». Riduzione che Sma definisce «particolarmente negativa» in Sicilia: 12,6 milioni di contrazione delle vendite nel 2013 (-5,3% rispetto al 2012); nei primi nove mesi del 2014 la riduzione dei volumi di vendite lorde è stato di altri 8 milioni (-4,8%) rispetto all’anno precedente. Medesimo trend anche nel risultato operativo netto corrente: 1,8 milioni di perdite nel 2013 rispetto ai 12 mesi precedenti; quasi altri 1,2 fra gennaio e settembre di quest’anno. E anche per il cosiddetto “cash flow” (ovvero il flusso di liquidità di cassa dato dalla differenza fra incassi e uscite) i numeri sono pesanti: -2,3 milioni nel 2013, -2 milioni a settembre 2014. “Rappresenteremo tutta le nostra contrarietà ai licenziamenti nel corso dell’esame congiunto – afferma Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl – i percorsi attuabili sono esclusivamente legati all’esodo volonario e incentivato. Necessita, comunque, trovare soluzioni atte a fronteggiare le riduzioni di fatturato con strategie di rilancio, piuttosto che pensare che la crisi debba essere fronteggiata solo attraverso i licenziamenti. Non è accettabile che a pagare siano sempre i lavoratori. Chiederemo all’azienda, nel corso dell’incontro, il piano industriale atto a ritrovare misure che possano fronteggiare le criticità rappresentate”.