Sicilia, Distretto turistico Cefalù-Madonie-Himera: il fallimento è a portata di mano

È una storia tutta siciliana quella del distretto turistico Cefalù-Madonie-Himera che non è mai riuscito a prendere il volo dilaniato da polemiche e accuse reciproche. Il consorzio pubblico-privato nato il 14 dicembre 2011 oggi sta vedendo forse la pagina più buia della sua storia con lo spauracchio che la vicenda finisca in un’aula di tribunale.

Due Cda eletti in 3 anni, l’ultimo lo scorso ottobre, ma che ben poco sono riusciti a fare di concreto se non discutere delle beghe interne e rimandando discorsi utili al territorio.
Uno strumento che potrebbe incidere sulle dinamiche turistiche di un’intera area e che ha come obiettivo quello di promuovere il territorio attraverso una sinergia pubblico-privata migliorando la gestione dei servizi offerti al turista, coordinando gli interventi infrastrutturali necessari alla qualificazione e specializzazione dell’offerta e curando il funzionamento delle filiere produttive legate al settore turistico.
Ma andiamo con ordine per capire come si è arrivati alla fase di stallo attuale in cui si contrappongono due fazioni, una che ritiene leciti gli atti finora approvati e i progetti presentati e un’altra che avanza accuse di incongruenze e di illegittimità l’attuale e chiede le dimissioni del Cda.
Già il primo consiglio di amministrazione era stato segnato da forti accuse tra l’allora presidente Angelo Miccichè (rappresentante della Cefalù Holidays) e un gruppo di consiglieri del consorzio. Dopo un logorante tira e molla fra le due parti nel marzo di quest’anno lo stesso Miccichè ha sbattuto la porta presentando le proprie dimissioni. Le accuse da parte dell’allora presidente sono circostanziate e precise: l’eccessiva presenza all’interno del consorzio della Sosvima e del suo presidente Alessandro Ficile che doveva essere “assolutamente marginale ed esclusivamente di supporto tecnico”, i condizionamenti nella scelta dei rappresentanti privati del CdA, la irregolarità nell’accettazione dell’incarico da parte del consigliere Antonio Mangia (Aeroviaggi Spa) che disconosce la propria firma nel modulo di accettazione e alcune difformità tra lo statuto votato nei consigli comunali e lo statuto approvato in sede di assemblea costituente davanti al notaio Minutella.
È bene tenere a mente quali sono i problemi che hanno interessato il primo Cda perchè li ritroveremo anche dopo l’elezione del nuovo Cda dello scorso 17 ottobre: primi fra tutti la divergenza di alcuni punti dello schema di statuto votato nei consigli comunali rispetto a quello poi approvato in sede costituente e il ruolo della Sosvima, l’Agenzia di Sviluppo locale del territorio madonita nata nel 1997 e che si occupa di promozione dello sviluppo locale attraverso una diffusa azione di animazione territoriale e sviluppa azioni di marketing territoriale.
Fin da subito si è compreso che la vita del nuovo Cda non sarebbe stata facile. Durante l’assemblea che ha scelto chi dovrà guidare il consorzio, il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina abbandona la seduta e diserta la successiva convocazione per l’elezione del presidente inviando una nota alla stampa.
«L’Assemblea del Distretto turistico Cefalù Madonie Himera ha mancato l’obiettivo primario di ricostituire quella unità di intenti tra tutti i consorziati. Le numerose assenze, la polemica presa di posizione della parte più rappresentativa dell’imprenditoria alberghiera, i forti dubbi circa la legittimità delle procedure poste in essere, avrebbero dovuto portare a più miti consigli, e ad evitare scelte drastiche e affrettate».
La spaccatura si è fatta ancora più evidente quando quattro “dissidenti”, i sindaci di Cefalù, Rosario Lapunzina, e quello di Castellana Sicula, Pino Di Martino, insieme al presidente del Forum delle Associazioni di Cefalù Luciano Luciani e al presidente del Patto per Geraci Franco Scancarello il 25 ottobre scorso hanno convocato un’assemblea pubblica per spiegare i motivi del dissenso.
Il 3 novembre il Cda si riunisce e non tenendo conto di quanto discusso in assemblea decide di andare avanti per la sua strada. Per tutta risposta i dissidenti annunciano affidandosi a Franco Scancarello che procederanno per vie legali per il ripristino della “legalità”. Da parte sua il sindaco di Castellana Sicula invita il nuovo presidente a fare un passo indietro chiedendo che si ritorni nei consigli comunali per votare le modifiche che sono state effettuate «Mario Cicero fai un passo indietro per permettere di riportare la costituzione del consorzio sui binari della legalità!».
Negli ultimi giorni una nuova inaspettata scossa ha scosso il non facile percorso del distretto. Il presidente di SoSviMa, Alessandro Ficile, durante la trasmissione radiofonica “Il Punto della Settimana” curata dalla testata locale Espero ha annunciato le proprie dimissioni irrevocabili «Ad aprile scadrà il mio mandato di Presidente della SoSviMa e non ripresenterò la mia candidatura. Spero che questa mia scelta contribuisca ad abbassare i toni della polemica sul Distretto Turistico» indicando quale secondo lui è la strada per recuperare legittimità «Penso che i soci possano tranquillamente ritornare sulle proprie decisioni e rimettere in discussione ciò che è stato fatto ma ovviamente questo non può avvenire sull’onda delle polemiche e delle accuse. I soci di minoranza che non condividono le scelte hanno la possibilità di chiedere una convocazione e credo che in questo momento gli altri soci non si opporranno a una richiesta di questo tipo e a rivedere alcune delle scelte che sono state fatte».
Un annuncio che però non sembra nell’immediato aver sortito alcun effetto lasciando ognuno sulle proprie posizioni pur apprezzando il gesto di Ficile.
Il futuro del distretto turistico Cefalù-Madonie-Himera è ancora tutto da disegnare e lontano da ritrovare la giusta strada. In questo percorso però qualcosa il consorzio è riuscito a produrlo. Poco per ammissione di alcuni componenti e dello stesso Ficile: sei progetti presentati all’Assessorato regionale al Turismo tutti finanziati che entro settembre 2015 dovrebbero avere inizio. Si tratta di sei azioni per il turismo territoriale del comprensorio:
-Benessere del corpo e dello spirito, progetto che mira a rendere fruibile un’offerta di tipo religioso in un territorio che conserva 1/3 del patrimonio culturale-religioso regionale;
-Realizzazione di un centro servizi del distretto per gestire i flussi turistici e l’attività di incoming;
-Destinazione Madonie per il coordinamento del marketing e della comunicazione del territorio;
-Madonie2.0 che prevede la georeferenziazione dei sentieri naturalistici del parco delle Madonie e delle riserve di Monte San Calogero e di Favara;
-Madonie in rete e Madonie domani che in maniera sinergica permetteranno di lavorare e ripensare il posizionamento dell’offerta turistica del territorio.
Sono azioni sufficienti per un consorzio che coinvolge 150 enti tra pubblici e privati a 3 anni dalla sua creazione? Sembrerebbe proprio di no. Finora il distretto ha inciso poco sulla situazione turistica del territorio madonita dissipando le energie in beghe interne che poco hanno a che vedere con lo sviluppo di un territorio dalle grandi potenzialità, un territorio che ha sicuramente bisogno di un organo che sostenga le azioni di sviluppo di un polo di attrazione turistica che possa attirare turisti tutto l’anno ma che poco o nulla potrà farsene di un distretto in balia delle divisioni interne.