Sicilia, domani tutti i sindaci in Piazza Politeama a Palermo

Tornano in piazza i sindaci siciliani, domani alle 11 con una conferenza stampa pubblica indetta da AnciSicilia nel cuore di Palermo, in Piazza Politeama. L’obiettivo è dare modo a tutti, in primo luogo ai cittadini, di sapere e di conoscere «la drammaticità della situazione economica e sociale che in questo periodo stanno vivendo i Comuni e con essi tutta la Sicilia ed i siciliani». I sindaci scendono in piazza dopo mesi e mesi di confronto e di «suppliche» ad una politica regionale e nazionale «sorda», che sta scaricando sui Comuni e sui cittadini «le pesantezze di una crisi, così come le sue incertezze, o come nel caso del Governo regionale, la totale mancanza di un progetto politico-amministrativo che guardi al futuro, per risollevare e fare crescere la Sicilia, in un momento in cui la disoccupazione giovanile supera drammaticamente il livello del 65%, quella generale che viaggia oltre il 35% e le imprese che chiudono tutti i giorni».
Un peso non più sostenibile da parte del sistema degli Enti locali che ha già prodotto un aumento delle aliquote dei tributi locali e del complessivo livello di pressione fiscale (Imu, Tari e Tasi), che rende «ancora più problematica la tenuta minima del rapporto tra Amministrazioni e cittadini, innescando forti tensioni sociali» denunciano dall’AnciSicilia. Da mesi, ricorda il vice presidente dell’associazione e sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, che martedì sarà a fianco di Leoluca Orlando in piazza Politeama, nelle casse dei Comuni «non c’è più un centesimo, non c’è liquidità, e a farne spese sono i servizi, i fornitori, gli stipendi, in particolare dei precari, di cui gli Enti hanno ricevuto dalla Regione appena il 40%». «Senza dimenticare che negli ultimi quattro anni – denuncia – i trasferimenti correnti destinati ai Comuni sono passati da 900 milioni di euro a soli 200 milioni. Un taglio impressionante che ha prodotto una riduzione drastica dei servizi e della qualità degli stessi nei Comuni, che sempre più devono fare ricorso ad anticipazioni di tesoreria, indebitandosi, e sottraendo così ulteriore risorse dagli già scarnificati Bilanci, trasformandosi di fatto in una macchina produttrice di interessi passivi a favore delle banche».
Un elenco doloroso quello che scorre il vice presidente di AnciSicilia, aggiungendo il mancato trasferimento, a livello nazionale, dei 350 milioni di euro per l’Imu dei terreni agricoli (la Sicilia è interessata per 30 milioni di euro), i minori introiti, a causa della crisi, nelle casse degli Enti locali della fiscalità locale, appena il 60%. E ancora, la riduzione ad un terzo, da 150 milioni a 50 milioni nel triennio, dei fondi per la Legge 328 che garantisce i servizi socio-sanitari. Per non parlare della compartecipazione imposta dalla Regione ai Comuni per i servizi socio sanitari riguardanti la riabilitazione dei disabili, che pesa complessivamente per 50 milioni di euro. «Un quadro desolante, una vera e propria `calamità istituzionale´, che in questi mesi abbiamo provato a portare in tutti i tavoli istituzionali, da quello nazionale a quello regionale – conclude Amenta -, rimanendo inascoltati da parte di una politica `contaminata´ da tutt’altri interessi».