Sicilia, è allarme frodi creditizie

E’ allarme furto d’identità e  frodi creditizie in Sicilia. Nel 2013, secondo i dati raccolti  dall’Osservatorio Crif, su 26mila casi rilevati su tutto il territorio nazionale (l’8,3% in più rispetto allo scorso anno ndr), 3567 si sono  verificati nell’Isola. La Sicilia ottiene così il secondo posto, poco
invidiabile, di questa classifica che vede sul più alto gradino del  podio la Campania.
In particolare, la provincia di Palermo 1153 frodi creditizie ha ottenuto il primato assoluto a livello regionale e la terza piazza  nella graduatoria nazionale. Seguono nell’ordine Catania (che con 891  casi si colloca al 5° posto del ranking nazionale), Messina (355) e  Trapani (328). Più distanziate le province di Siracusa (con 251 casi), Agrigento (210), Caltanissetta (174), Ragusa (134) ed Enna (71).
Se Palermo ottiene il primato regionale è però il dato di  Trapani ad attirare maggiormente l’attenzione: qui infatti si è  registrato l’incremento più consistente con un eclatante più 55,5%  rispetto al 2012.
Le vittime, secondo i dati raccolti su scala  nazionale dal CRIF, sono soprattutto uomini (il 62,6% del totale),  nella maggior parte under 30, anche se, rispetto allo scorso anno, il  maggior aumento percentuale si registra nella fascia di età compresa  fra i 51 e i 60 anni (+9,2%). Per quanto riguarda invece l’obiettivo  della frode, nella maggior parte dei casi si tratta di prestiti  finalizzati, come l’acquisto di auto, moto o elettronica. L’incremento più consistente è invece quello rilevato sulle carte a saldo, con un  più 64,4% rispetto al 2012.
“Nell’analisi di questo fenomeno – spiega Beatrice Rubini,  direttore della linea MisterCredit di CRIF – è necessario rimarcare  l’estrema facilità con la quale i criminali riescono ad accedere a  informazioni personali attraverso documenti cartacei o in formato  digitale ma anche grazie all’enorme diffusione di dati e profili  scaricabili dai social network”.
“E’ più semplice di quanto si possa pensare carpire le  informazioni necessarie per ricostruire il codice fiscale e i dati  anagrafici di una persona – aggiunge – e con questi dati, poi, i  frodatori producono documenti falsi o contraffatti che vengono  utilizzati per la richiesta di finanziamenti o per altre operazioni truffaldine”.