Sicilia E-Servizi, scandalo assunzioni. La Corte dei Conti proscioglie Crocetta e Ingroia

E’ stata chiusa con un proscioglimento l’inchiesta della Corte dei Conti sulla societa’ Sicilia e-Servizi, che vedeva indagati il governatore Rosario Crocetta, l’ex commissario e adesso amministratore unico Antonio Ingroia ed alcuni ex assessori. “Le accuse erano ingiuste”, scrive su Twitter, il presidente della Regione Crocetta, che ha accolto con soddisfazione la sentenza.
Al centro delle indagini era finita la procedura di assunzione di 74 dipendenti ex Sisev, transitati alla societa’ regionale di informatizzazione. Ma i giudici contabili hanno stabilito che la Procura della Corte dei Conti non poteva indagare su Sicilia e-Servizi in quanto societa’ per azioni e non pubblica. Il difetto di giurisdizione e’ stato sollevato dagli avvocati difensori degli indagati.

La sentenza è della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, presieduta da Luciana Savagnone (Giuseppe Colavecchio relatore e Igina Maio, prima referendario). Oltre a Crocetta e Ingroia, nell’indagine della Procura della Corte dei Conti erano coinvolti gli ex assessori Antonino Bartolotta, Esterina Bonafede, Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris, Patrizia Valenti, l’avvocato dello Stato Giuseppe Dell’Aira, l’ex ragioniere generale Mariano Pisciotta, Rossana Signorino, dirigente del servizio partecipate. Insieme a Crocetta e Ingroia erano stati citati in giudizio dalla Procura contabile per danno erariale nei confronti della Regione per circa un milione di euro, più gli incrementi retributivi a maturare con il pagamento dei corrispettivi, oltre la rivalutazione monetaria e gli interessi legali.

Nella sentenza i giudici spiegano che «il pubblico ministero, al fine di sottoporre la società alla giurisdizione contabile la qualifica »come organo indiretto a dotazione erariale« che sembrerebbe, ad avviso del Collegio, ipotizzare una sorta di terzo tipo tra l’ente pubblico e la società in house che non trova riscontro nella giurisprudenza della Corte di cassazione, nè in quella contabile. In conclusione, il patrimonio di Sicilia e-Servizi non può ritenersi pubblico al momento delle condotte contestate a tutti gli odierni convenuti con la conseguenza che il presente giudizio esula dalla giurisdizione di questa Corte rientrando in quella ordinaria».