Fondi Ue, in Sicilia 262 passaggi burocratici bloccano la spesa

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PALERMO – Che sia un euro o milioni di euro poco importa: in Sicilia la procedura prevede almeno 262 passaggi prima di arrivare all’effettiva erogazione delle risorse del Programma operativo europeo. Il conto è stato fatto dagli uffici ministeriale e ha certificato che esiste un groviglio burocratico di norme, adempimenti, passaggi, paereri, votazioni che scoraggerebbe chiunque e che infatti ha già provocato nell’isola danni inimmaginabili: la spesa delle risorse europee è inchiodata al 22% (18,8% secondo la task force ministeriale) e cioè la spesa certificata è di 1,1 miliardi. Per evitare il disimpegno di 700 milioni la Regione dovrebbe spendere da qui alla fine dell’anno cento milioni al mese, 3,3 milioni al giorno. Ma come si fa se l’iter di un bando qualsiasi, anche il più semplice, dura almeno tre anni? Già come si fa.

Nell’ambito del comitato di sorveglianza che si è riunito a Palermo tutte le parti intervenute hanno concordato sulla necessità di un rapido e immediato intervento per esempio su quelle norme che prevedono il controllo politico su bandi e misure (una legge regionale prevede che le commissioni di merito dell’Assemblea regionale esprimano parere anche sui bandi) e pertanto è stato suggerito di intervenire con «un pacchetto legislativo che dia il giusto spazio e autonomia all’Autorità di gestione» in capo alla quale sembra pesare la responsabilità. Punto su cui concordano i rappresentanti del governo regionale guidato da Rosario Crocetta. ne è convinta anche l’assessore regionale al Territorio e ambiente Mariella Lo Bello delegata dal presidente a rappresentare il governo (ma erano presenti altri assessori come Linda vancheri delle Attività produttive, Luca Bianchi dell’Economia e Michela Stancheris del Turismo: «Rappresenterò al presidente – dice l’assessore Lo Bello – le criticità emerse in questa sede dal punto di vista procedurale. Deve esserci secondo noi una cabina di regia che risolva i problemi e sciolga i nodi». sarebbe un gran passo avanti anche se gli imprenditori immaginano siano altri gli interventi necessari. E così Mario Filippello, segretario regionale della Cna, chiede che si faccia una legge e si faccia presto, con la stessa celerità utilizzata per altre norme si intervenga in questo processo di sburocratizzazione. E Confindustria Sicilia rilancia: occorre semplificare ed eliminare alcune procedure e orpelli che appesantiscono l’attuazione di alcune linee d’intervento del Programma operativo dei Fondi comunitari, costituire Fondi di garanzia per assistere le imprese nella richiesta di finanziamento di linee di credito per il capitale circolante, attivare con urgenza le misure anticicliche del Piano di azione e coesione per il rilancio delle imprese e del lavoro.

«Le proposte di Confindustria Sicilia – ha dichiarato Antonello Montante – sono state fatte proprie dal rappresentante della Commissione Europea presente nel Comitato di sorveglianza che ha chiesto un impegno preciso al Governo e all’Autorità di gestione per l’eliminazione da una parte di un orpello legislativo, previsto dall’art. 65 della legge regionale 9/2009, che ritarda l’emanazione dei bandi, e dall’altra di fare il possibile entro fine luglio per dare attuazione al Fondo di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle Pmi per il capitale circolante».