Sicilia, formazione professionale: ecco cosa prevede la riforma Scilabra

«La Formazione in questi anni ha funzionato come un sistema clientelare politico. Con questa riforma noi mandiamo un messaggio ai ragazzi: i giovani non devono fare i galoppini elettorali, ma devono sapere che per avere un lavoro devono studiare». A parlare è il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione a Palermo, per presentare il disegno di legge che riforma il sistema della Formazione professionale in Sicilia, insieme all’assessore regionale al ramo, Nelli Scilabra. Il testo presentato in Giunta, nei prossimi giorni sarà oggetto di confronto con i sindacati e i gruppi parlamentari. «C’è una svolta – ha aggiunto -. Il testo è aperto a suggerimenti, ma scardina un sistema clientelare corrutivo ed inefficiente. Avremmo potuto approvarlo in Giunta perché era pronto da due mesi, ma ci sarebbe stata solita liturgia e tiritera: ‘Governo non si confronta con partiti e sindacati’. Abbiamo voluto evitarlo».

In 31 articoli, assicura il governatore Rosario Crocetta, viene «rivoluzionato il sistema». Un settore che coinvolge 8.000 operatori. Il posto di lavoro – spiega il presidente – «continuerà ad essere garantito» attraverso l’albo dei formatori, che verrà aperto anche ai giovani laureati. Significative novità, la possibilità di incardinare parte del sistema formativo all’interno delle città metropolitane e dei liberi consorzi, subentrati alle Province, e l’introduzione del voucher formativo. La giunta, annuncia Crocetta, approverà il testo entro fine mese, dopo il confronto formale con le parti sociali che avverrà già nei prossimi giorni e con i gruppi parlamentari.

Viene disciplinato sia il settore dell’Oif sia quello dell’apprendistato. Obiettivi dichiarati combattere la dispersione scolastica e dare ai giovani competenze specialistiche e professionali. La formazione sarà legata ai fabbisogni del mondo del lavoro. La Regione non gestirà più la formazione direttamente, ma si limiterà a controllare e a programmare. La gestione invece verrà affidata agli organismi intermedi, quali i liberi consorzi e città metropolitane. Nella formazione avranno un ruolo principale scuole e università, ma sopratutto, prosegue Scilabra, l’alternanza scuola/lavoro con l’introduzione della formazione in azienda: «Abbiamo guardato al modello tedesco e di Bolzano, il cosiddetto sistema duale». Si istituiscono il catalogo dell’offerta formativa, il libretto formativo e il sistema di certificazione. «Con il decentramento della gestione ai liberi consorzi e alle città metropolitane – conclude la giovane titolare della delicata delega – alleggeriamo anche la macchina amministrativa; la Regione disciplina per la prima volta in modo organico il sistema della formazione, l’ultima legge risaliva al 1976».