Sicilia, formazione professionale: entro giugno l'albo unico sulla Gazzetta ufficiale. Intanto al via lo sciopero generale

Da una parte i dipendenti degli enti di formazione, da mesi senza stipendio, in piazza e decisi a continuare la protesta. Dall’altra l’assessore regionale Nelli Scilabra che ha avviato uno screening sui formatori siciliani e sostiene di aver trovato mille posizioni irregolari tra le novemila esaminate. E altri accertamenti hanno riguardato gli enti di formazione, alcuni dei quali nei mesi scorsi già investiti da un tornado giudiziario. Insomma il clima, se possibile, è destinato a surriscaldarsi ancora di più. L’assessore Scilabra vuole andare fino in fondo. A seguito dell’esame delle circa novemila istanze pervenute, ha spiegato, si è proceduto alla formale istituzione dell’albo con decreto assessoriale a ottobre del 2013 contente 8339 operatori: «A garanzia dei principi di trasparenza ho disposto l’espletamento dei controlli sui dati».

Per i controlli, l’amministrazione si è avvalsa di un sistema ad incrocio di dati forniti dall’Agenzia delle entrate, dall’Inps e dalle comunicazioni obbligatorie e datoriali. Sono stati inoltre esaminati tutti i certificati giudiziari, al fine di verificare la sussistenza dei requisiti morali. «Dagli accertamenti fatti, sono emerse presunte irregolarità – ha proseguito Scilabra – per circa 1.000 unità di personale, riguardanti la sussistenza dei requisiti, sia di ordine professionale, assunzioni a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2008, sia di ordine morale».
Sono 311 le istanze per le quali è stato rinvenuto un contratto a tempo determinato, 391 sono state le assunzioni avvenute oltre il 31 dicembre 2008, 244 gli esclusi per mancanza di requisiti morali, 24 i soggetti dimissionari, 85 gli esclusi per incompletezza della domanda presentata. «L’istruzione delle
pratiche concernenti l’esclusione dall’albo – ha spiegato l’assessore – sono ancora in itinere e sono portate avanti dall’amministrazione procedente, nel pieno rispetto del contraddittorio con le parti interessate. Per questo stiamo perdendo tempo perché, al di là della nostra verifica, ci sembra corretto accertarci che, effettivamente, quei dati mancano». Entro il mese di giugno, comunque, ha assicurato, verrà definito l’albo e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Stretta anche sull’accreditamento degli enti di formazione. Gli enti accreditati in via provvisoria o definitiva erano 1.928, per un totale di sedi operative accreditate pari a 2504. Con il nuovo sistema sono pervenute 701 istanze, di cui 770 per adeguamento vecchio accreditamento e 31 nuove pratiche. Di queste 701, 385 sono state già valutate: 26 con esito positivo, numero 359 con esito negativo e richiesta di integrazione. Le rimanenti 316 pratiche sono in fase di valutazione. Si è
proceduto alla revoca dell’accreditamento a oltre 200 enti, «o perché di fatto non più operanti o perché non davano garanzie in ordine all’affidabilità anche morale, taluni dei quali coinvolti anche in indagini giudiziarie. In tutti questi casi, in cui dagli atti processuali sono emerse a carico degli
enti e dei loro rappresentanti o soci comportamenti che avrebbero potuto esporre l’amministrazione ad un significativo danno sia patrimoniale, sia morale, ci si é costituiti parte civile». Tutti gli enti gestori di attività formative per la partecipazione all’annualità 2013-2014 sono stati obbligati, pena il mancato finanziamento dei percorsi, a creare un conto corrente dedicato per le spese del personale, accompagnato dall’adozione di sistemi volti ad imporre agli stessi enti il pagamento mensile delle retribuzioni ai lavoratori e a reclutare il personale da impiegare nelle attività formative dall’albo degli operatori della formazione professionale. Sono in corso le ispezioni per verificare il rispetto degli obblighi.
Oggi, intanto, è cominciata la mobilitazione con lo sciopero generale del settore proclamato da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola. I sindacati chiedono la messa in liquidazione del sistema utilizzando le somme dei rendiconti ancora non chiusi per pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori; l’utilizzo del Ciapi e delle annualità in corso per sostenere il presente e la continuità dei corsi; il traghettamento del sistema verso il futuro con un accreditamento più rigido che consenta la continuità delle attività delle tre filiere e il serio controllo in corso d’opera e non più a consuntivo, delle spese sostenute dagli enti in attività.