Sicilia, il Distretto del Sud Est area ad alta potenzialità di crescita

È appena nato sotto gli occhi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, eppure il Distretto Sud est Sicilia di cui fanno parte Catania, Ragusa e Siracusa, ma al quale guarda già la città di Taormina, vanta già dei numeri importanti. Dal punto di vista economico, infatti, nei territori del distretto, l’industria produce il 41% e l’agricoltura il 45% del valore aggiunto dell’intera regione (dati Unioncamere);il valore aggiunto presuntivo 2013 si aggira intorno ai 15 mila euro procapite rispetto ai 14 mila della media regionale. Nell’area sono attive 141mila imprese il 38% di quelle iscritte nei registri delle Camere di Commercio della regione (dati Infocamere/Movimprese). L’export delle tre provincie è pari all’80,19% dell’intero export dell’economia siciliana.Sono solo alcuni dei dati divulgati stamattina nel corso di un incontro tenutasi in Camera del lavoro, grazie ad uno studio firmato dall’Ires Cgil, l’istituto di ricerca del sindacato, e dall’Osservatorio della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa di Catania. Il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, il responsabile dell’Ires Cgil, Tuccio Cutugno, il segretario della Cna di Catania Totò Bonura, il responsabile dell’Ufficio programma Cgil Angelo Villari. Al tavolo c’erano anche i rappresentanti di Legacoop, Upla Claai, Confartigianato, Casartigiani, con Giuseppe Giansiracusa, Nuccio Molino, Orazio Platania, Antonio Barone e Luciano Ventura.
I dati testimoniano una indubbia potenzialità e vivacità del distretto, e una fortissima propensione allo sviluppo ed alla crescita produttiva, mentre allarmanti sono le cifre relative alla situazione sociale ed economica del distretto. Il tasso di crescita media delle imprese nell’area territoriale prevista dal Distretto è di appena lo 0,29% ( con all’interno un tasso negativo di – 0,80% del Ragusano ), comunque in crescita rispetto al tasso di incremento delle imprese della regione Sicilia che è di – 0,77%. Il tasso di crescita delle Imprese artigiane, invece, è in negativo per tutte le provincie dell’isola. Nel settore industriale in senso stretto (escluso le costruzioni) sono adibiti oltre 44 mila e cinquecento dipendenti, il 45 % degli occupati nel settore industriale della Sicilia. È presente, inoltre, un sistema viario costituito da 18.205 Kmq di strade tra interne e esterne, 2726 scuole di ogni ordine e grado e ben 576 sportelli bancari, un terzo della consistenza dell’intera regione. L’indice infrastrutturale dotazione totale nelle tre provincie di Catania, Siracusa e Ragusa è pari (facendo 100 il dato nazionale ) all’82,6% , nel resto dell’isola l’indice scende al 73,75%. Tra le infrastrutture importanti il sistema formato dai porti di Augusta – Siracusa, Catania e Pozzallo e dai due aeroporti di Catania e Comiso. Con l’aeroporto di Catania che nel 2013 ha totalizzato tra arrivi e partenze 6.307.473 continuando ad essere il sesto aeroporto d’Italia e il primo in assoluto della Sicilia.
“Le indubbie potenzialità di quest’area, messe in sinergia e valorizzate, potrebbero dunque determinare una vera e propria inversione nello sviluppo economico, superando l’attuale condizione di ritardo e facendo da volano per la crescita del resto della Regione. –ha commentato Tuccio Cutugno, che ha illustrato i dati- L’attivazione delle strategie e degli impegni sottoscritti con il “ Protocollo” possono essere pertanto, se mantenute, un serio e importante punto di partenza”. Ma la ricerca avviata da Ires e Cna sarà proseguita nelle prossime settimane con la finalità “ di dare un contributo concreto affinché si prepari un piano strategia per l’area. D’altronde in Europa ci si presenta solo con dei validi progetti. In caso contrario non si viene presi in considerazione”, ha detto Bonura. Numeri a parte, il distretto trova già la sua forza nella sinergia delle piccole e medie imprese e su infrastrutture d’eccellenza, come l’aeroporto di Catania, “ ma anche in alcune realtà di grande e riconosciuta eccellenza, – sottolinea Rota- anche se ancora non sufficientemente valorizzate, come l’arancia rossa, il pistacchio e il tessile di Bronte, la pietra lavica nell’artigianato e la ceramica di Caltagirone. Senza contare l’Etna, patrimonio Unesco. Questo territorio può offrire potenzialità enormi. Bisogna che i fondi vengano intercettati con o senza la Regione Sicilia. Ci duole dirlo, ma per come sono stati sfruttati dall’istituzione regionale, non è stata di certo aiutata l’Isola…”
Quella della sinergia tra imprese, sindacato e varie rappresentanze territoriali è stato uno dei temi centrali della presentazione di stamattina. Per Giuseppe Giansiracusa di LegaCoop, il distretto presenta grandi potenzialità, “e le imprese lo hanno già capito, convinte che le integrazione possa dare buoni frutti a tutti i livelli. Si sono già costituire anche associazioni di produttori con l’ottica del distretto”.
Ma l’unità non è solo consorzio. L’appello affinché un ente importante come la Camera di Commercio di Catania si rimetta in moto in un’ottica di compattezza è partito da più fronti. Per bocca dello stesso Rota, la Cgil invita “trovare una certezza di assetti. Facciamo appelli a tutti i consiglieri affinché si superi l’impasse”. Analogo invito è partito anche dagli altri relatori, compresi Bonura e Villari. Quest’ultimo ha sottolineato “l’importanza del ruolo camerale che non può trovare spazio alcuno nell’ambito delle provocazioni. Chiediamo invece di trovare soluzioni con la condivisione di tutti. D’altronde, il tessuto forte nel nostro territorio è la rete delle piccole realtà, che rappresenta l’ossatura dell’economia, anche se riconosciamo il grande ruolo di St, soprattutto nel capitolo export. Questa, insomma, è una grande opportunità che non va sprecata”.