Sicilia, il nodo dei conti. Slitta a giovedì il Consiglio dei Ministri con Crocetta

14,00 – “Escludo in modo categorico che sul bilancio di previsione ci sia uno scontro in atto tra presidenza della Regione, governo nazionale e
tantomeno con l’area Renzi”. Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “Lo Stato, – continua il presidente – quindi non il governo, tramite la Ragioneria generale ha inoltrato una richiesta di chiarimento su alcuni aspetti tecnici relativi al bilancio di previsione, a
tale richiesta la Regione ha risposto, ritengo, in modo esauriente con una nota inviata sia a alla Ragioneria dello Stato che alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono fiducioso sul fatto che le nostre motivazioni – aggiunge Crocetta –  possano essere accolte e confido che nei prossimi giorni possa esserci un chiarimento sulla vicenda. Al momento non è ancora chiaro se giovedì si farà un Consiglio dei Ministri sulla proposta di impugnativa. Se ci dovesse essere, – conclude il presidente – mi recherò a Roma per approfondire i temi sollevati dalla Ragioneria dello Stato e per sensibilizzare il Governo sulle conseguenze sociali terribili che tale impugnativa determinerebbe”.

10,15 – Slitta a giovedì il Consiglio dei Ministri al quale parteciperà Rosario Crocetta dopo l’impugnativa del governo circa il bilancio provvisorio della Regione. Per il governatore siciliano si tratta di un bonus di tempo insperato per provare a mettere a posto la sua difesa. Secondo Roma le entrate previste dalla Regione non sarebbero sufficienti a coprire le spese. In realtà al confronto di giovedì Crocetta potrebbe non andare. In queste ore è fortissimo il pressing del sottosegretario Delrio e dell’esponente del Pd Davide Faraone, per evitare che l’impugnativa vada avanti, con la Ragioneria Generale dello Stato che si “accontenterebbe” delle osservazioni già prodotte da Crocetta.

07,00 – Oggi  il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, parteciperà alla riunione del Consiglio dei Ministri. Rappresenta quasi una novità. La  partecipazione del presidente della Regione siciliana, è obbligatoria tutte le volte che all’ordine del giorno ci sono questioni che interessano la Sicilia. Il presidente, stando alla norma costituzionale, partecipa con il rango di ministro al Consiglio dei Ministri.

Come anticipato da Il Mattino di Sicilia, la partecipazione del governatore è stata richiesta dalla procedura di impugnativa che il governo ha di fatto avviato sul bilancio provvisorio della Regione, approvato dall’Assemblea regionale il 15 gennaio. È stata la Ragioneria generale dello Stato a giudicare insufficienti le entrate previste dal bilancio per offrire copertura finanziaria alle spese, seppure limitatamente ai quattro mesi presi in considerazione dall’esercizio provvisorio.

La Ragioneria generale ha quindi avviato l’iter della impugnativa. Il presidente della Regione sarà ascoltato perché dovrà produrre le sue controdeduzioni. Spetterà al Consiglio dei Ministri accoglierle o meno. Nel caso in cui non venissero accolte, la regione siciliana subirebbe il blocco della spesa.

L’assessore all’economia, Alessandro Baccei, l’uomo  indicato da Delrio al governo regionale minimizza. “È stato un equivoco”, spiega. “Ho già provveduto a dare la informazioni richieste alla Ragioneria generale”. Stando alle sue parole, l’avvio della procedura di impugnativa dell’esercizio provvisorio, quindi, dovrebbe essere fermato. Se così non fosse sarebbe davvero un guaio. La Regione siciliana non potrebbe pagare gli stipendi di migliaia di precari, l’Assemblea regionale siciliana sarebbe obbligata ad anticipare l’esame e l’approvazione del bilancio senza avere certezza delle coperture finanziarie che sono state insistentemente richieste a Roma, e per le quali sono in corso laboriose trattative con il sottosegretario Delrio.

L’avvio della procedura dell’impugnativa non ha precedenti. Questa funzione è stata infatti finora esercitata dal Commissario dello Stato. La Corte costituzionale ha abolito il controllo preventivo degli atti del Parlamento regionale, ed è così stato cancellato il Commissario dello Stato che a tale funzione provvedeva.