Sicilia, la guerra dei rifiuti del Movimento Cinque Stelle

No agli inceneritori e a nuove discariche in Sicilia. E’ il leitmotiv della manifestazione in programma domani pomeriggio in piazza del Parlamento, a Palermo, quando in aula all’ARS approderanno alcune mozioni presentate dal M5S sui rifiuti; in particolare una denominata “Misure a sostegno a sostegno dell’economia circolare e della valorizzazione dei materiali post-consumo”, primo firmatario Giampiero Trizzino, riguarda il divieto di qualsiasi forma di incenerimento insieme a un nuovo piano regionale dei rifiuti, l’altra lo stop “al progetto per la realizzazione di una discarica di rifiuti speciali ad Agira”, prima firmataria Elena Pagana. Per questo commercianti, agricoltori, studenti, cittadini e amministratori locali di alcuni comuni della provincia di Enna a bordo di sei pullman raggiungeranno il capoluogo siciliano per partecipare al sit-in nel piazzale antistante palazzo dei Normanni, dire no ai termovalorizzatori e chiedere la revoca in autotutela dell’iter che prevede la realizzazione della discarica nel comune di Agira. L’iniziativa è stata organizzata dal ‘Comitato No Discarica’ insieme al gruppo parlamentare del M5S all’Ars e al deputato regionale dei CentoPassi Claudio Fava.

“Ci opporremo in qualsiasi modo – dicono gli organizzatori – alla realizzazione della discarica di Agira”. In piazza i manifestanti avranno indosso magliette con il logo del comitato e striscioni con scritto “Agira non si tocca”.

Su un altro fronte, quello in provincia di Trapani la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri torna ad incalzare il governo regionale sulle presunte irregolarità dell’iter autorizzativo concesso dalla Regione Siciliana alla Ditta Solgesta S.r.l.: “Per quanto riguarda la gestione del ciclo dei rifiuti nel Trapanese, c’è qualcosa che non va. Chiedo al presidente Musumeci di intervenire affinché vadano immediatamente realizzati gli impianti già autorizzati e pianificati invece di proporre progetti che non rientrano nelle pianificazioni regionali e neanche della SRR TP Nord”.

“Abbiamo visto, cosa è accaduto a Calatafimi Segesta – spiega la deputata M5S – con il progetto per la costruzione di un impianto che avrebbe dovuto in apparenza produrre biometano ma che nei fatti celerebbe anche il trattamento dei rifiuti soliti urbani oltre a quelli organici e un gassificatore. Se Musumeci, al pari di Crocetta, continua a fare orecchie da mercante, a pagare delle disastrose conseguenze in termini economici e ambientali, saranno ancora una volta i cittadini. Per questa ragione – sottolinea Valentina Palmeri – ho presentato al governo altre due mozioni e due ordini del giorno. Con una mozione abbiamo impegnato il Governo della regione siciliana a realizzare nel più breve tempo possibile gli impianti già autorizzati: oltre a questo di Calatafimi Segesta anche quello relativo all’ampliamento Discarica di c.da Borranea a Trapani di rifiuti non pericolosi con impianto di TMB e quello di selezione e valorizzazione del secco da raccolta differenziata (carta, cartone, plastica, vetro, metalli) da realizzarsi nel Comune di Buseto Palizzolo. Vanno immediatamente realizzati gli impianti già autorizzati e pianificati invece di proporre progetti che non rientrano nelle pianificazioni regionali e neanche della SRR TP Nord”.

“A proposito degli impianti Solgesta – continua la portavoce M5S – abbiamo da subito informato la popolazione, fatto accesso atti dallo scorso luglio per avere a disposizione tutte le informazioni in merito, impiegato gran parte della nostra attività parlamentare per chiedere l’immediata sospensione in autotutela della procedura amministrativa riguardante l’autorizzazione a questi impianti ed in ultimo abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica per rilevare responsabilità in eventuali illeciti compiuti in questa procedura e una serie di atti parlamentari. Le azioni da mettere in campo per risolvere questa questione non sono quelle di  bruciare rifiuti o conferirli in discarica senza nessun trattamento. Queste modalità non possono far altro che provocare danni ambientali e conseguenti danni sanitari ed è chiaro che per evitare questo collasso di gestione il primo passo è aumentare le percentuali della raccolta differenziata in tutta la regione e – conclude Palmeri – gestire il ciclo rifiuti con impianti adeguati”.